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Pakistan, bambina cristiana di 7 anni stuprata il giorno di Pasqua

E’ uno di quegli atti brutali, emblema degli abusi che subiscono i cristiani in Pakistan: il giorno di Pasqua, Saira, bambina cristiana di 7 anni, è stata violentata il giorno di Pasqua da un uomo musulmano, Mohammad Alam Fakhar, in un villaggio del distretto di Sialkot, in Punjab.

La bambina, che dopo la violenza ha subìto un’emorragia, è stata ricoverato in ospedale solo tre giorni dopo l’abuso ed è tuttora ricoverata in condizioni critiche nell’ospedale di Sialkot, mentre alcuni musulmani hanno fatto pressione con la famiglia di Saira perché non presentasse denuncia contro lo stupratore. Nonostante i timori e gli ostacoli, la denuncia è stata presentata il 22 aprile contro lo stupratore e altre due persone. La polizia ha disposto un esame medico che ha confermato lo stupro.

Come riferito a Fides, l’avvocato Sardar Mushtaq Gill, a capo dell’Ong “LEAD” rappresenta la famiglia e seguirà l’iter della giustizia. Condannando fermamente la violenza sessuale, Gilla nota a Fides: “Tali casi sono frequenti: gli abusi sulle donne e sulle bambine da parte di uomini musulmani sono esemplificativi di come le minoranze in Pakistan vivano sotto costante paura di persecuzione. Crediamo che molti casi di violenze non vengano denunciati”.

Fra i casi più clamorosi, sollevati di recente da diverse organizzazioni per i diritti umani, quello della 15enne cristiana Fouzia Bibi, violentata a gennaio 2013 nel distretto di Kasur da due musulmani; e quello di un’altra studentessa minorenne cristiana, stuprata a luglio 2013 da un ragazzo musulmano sotto la supervisione di due uomini armati. Inoltre, a dicembre del 2012, una bambina indù di 6 anni Wijenti Meghwar, è stata violentata mentre giocava in strada nella città di Ghulam Nabi Shah, nella provincia del Sindh: un caso ancora aperto.

Secondo un recente rapporto inviato all’Agenzia Fides, ogni anno circa mille ragazze delle minoranze religiose cristiane e indù vengono rapite, stuprate e costrette a nozze islamiche. Il rapporto è stato elaborato dal “Movimento per la Solidarietà e la Pace”, coalizione di Ong, associazioni ed enti fra i quali la Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani. (PA)