Mondo

Papa Francesco: “pensare e generare un mondo aperto, contro la chiusura di sagrestia”

“Voi rispondete a questo appello”, l’omaggio ai presenti: “Lo fate con il lavoro che portate avanti ogni giorno, senza clamori, senza accendere riflettori, e lo fate anche con questi incontri formativi. Infatti, per poter operare, per poter generare accoglienza, bisogna anche pensare l’accoglienza. Ecco il grande valore di momenti come questo che state vivendo, nei quali insieme approfondite i diversi aspetti: antropologico, etico, religioso, storico, e così via”. “Ma la vostra Cattedra non è un laboratorio asettico in cui si elaborano formule astratte”, ha puntualizzato Francesco: “È un momento di riflessione inseparabile dal lavoro sul campo. Mentre ascoltate e studiate, voi tenete presenti i volti, le storie, i problemi concreti e li condividete con i relatori e nei gruppi di confronto. Questo è tanto importante”.

“Spesso si parla dell’apporto che i migranti danno o possono dare alle società che li accolgono. Questo è vero ed è importante. Ma il criterio fondamentale non sta nell’utilità della persona, bensì nel valore in sé che essa rappresenta”. Lo ha precisato il Papa. “L’altro merita di essere accolto non tanto per quello che ha, o che può dare, ma per quello che è”, ha ribadito Francesco, che poi a rivelato a braccio: “A me ha sempre colpito nell’Antico Testamento, nei profeti, la ricorrenza delle tre persone alle quali si deve avere una speciale attenzione: la vedova, l’orfano e il migrante. Si ripete nell’Esodo, nel Deuteronomio…L’attenzione, la cura per le vedove, per i migranti e gli orfani è ricorrente nella Bibbia”. “Riprendere quella tradizione dell’accoglienza, in modo da accogliere quelli che non hanno”, la consegna a braccio del Papa, che nel discorso ha citato a più riprese la Fratelli tutti e ha definito la Deus caritas est di Benedetto XVI “un riferimento fondamentale in questo ambito”.

“Nella misura in cui viene permeata da questo atteggiamento di apertura e di accoglienza – ha garantito Francesco – una società diventa capace di integrare tutti i suoi membri, anche quelli che per vari motivi sono ‘stranieri esistenziali’, o ‘esiliati occulti’, come a volte, ad esempio, si trovano ad essere le persone con disabilità, o gli anziani”. “I nazionalismi chiusi – la citazione della Fratelli tutti – manifestano in definitiva questa incapacità di gratuità, l’errata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che chiudendosi agli altri saranno più protetti. L’immigrato è visto come un usurpatore che non offre nulla. Così, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o sono inutili e che i potenti sono generosi benefattori. Solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro”.