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Perù: nota dei vescovi, «Il Perù merita una pace sostenibile e duratura»

«Osserviamo con grande preoccupazione come aumenti la violenza… Il crescente sovraffollamento dei penitenziari replica e incoraggia la violenza. A ciò si aggiunge la corruzione e la mancanza di sicurezza».

Inizia così la nota della Conferenza episcopale peruviana, «Riflessioni pastorali di fronte all’insicurezza e alla costruzione della pace nel nostro Paese», pubblicata a conclusione della 105ª assemblea plenaria e rilanciata oggi dall’Agenzia Fides. I vescovi si soffermano sulle ultime elezioni in cui un numero significativo di candidati era legato al traffico di droga e alla corruzione: alcuni di loro sono stati eletti; sulla violenza quotidiana in vari luoghi del Paese, che «coinvolge gli adolescenti e i giovani fin dalla più tenera età». Inoltre sono abituali la violenza sulle donne, il disprezzo per la dignità della vita umana, la mancanza di rispetto per le comunità indigene, l’uso irrazionale delle risorse naturali, lo sfruttamento minorile e il traffico di persone. Tutto ciò, scrivono i presuli, mostra il «grave deterioramento morale della nostra vita sociale», mentre «la stragrande maggioranza del Paese vuole costruire la pace e chiede ai suoi governanti un’azione decisiva contro la corruzione, il traffico di droga e la violenza di tutti i giorni».  

«La pace – ricordano i vescovi – è la buona notizia del Vangelo. Lavorare per la pace significa lottare contro la corruzione in tutte le sue forme. Tutti siamo chiamati a costruire la pace nei diversi ambiti della nostra vita». Da qui la richiesta a tutte le istituzioni sociali di moltiplicare gli sforzi «per rendere la pace un asse trasversale della pianificazione dei prossimi cinque anni». Nella creazione di una cultura di pace un ruolo particolare è ricoperto dai mass media, per questo i vescovi sottolineano: «No ad una comunicazione che mette in luce la violenza quotidiana e corrompe il cuore e la dignità! Sì alla bontà, alla solidarietà e alla ricerca della pace che sono presenti nella vita quotidiana di molti cittadini!». Richiamando le autorità a svolgere «un ruolo attivo ed efficace soprattutto contro la criminalità e le sue reti», la Conferenza episcopale chiede ai «veri cristiani» e a «tutti gli uomini di buona volontà» d’“impegnarsi politicamente per una riforma urgente dello Stato e una partecipazione etica dei cittadini. Il Perù merita una pace sostenibile e duratura, basata sulla dignità della persona umana e sulla pratica trasparente del servizio pubblico».