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Rapporto Unipolis, mons. Galantino: «A far paura sono economia, inefficienza e corruzione»

«Di fronte alla paura dell'altro, alla crescita di insicurezza sociale per la mancanza del lavoro e la crisi economica, la prospettiva è lavorare insieme per un nuovo umanesimo». Un umanesimo «dove la tutela della dignità di ogni persona informa la cultura, la politica, l'economia, l'informazione». Ad affermarlo è monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenuto questa sera, alla Camera dei deputati, alla presentazione dell'VIII Rapporto sulla sicurezza e l'insicurezza sociale in Italia e in Europa.

A Firenze, rammenta, dal 9 al 13 novembre le Chiese in Italia, «nel segno della fraternità, cercheranno di condividere idee ed esperienze e di fare alcuni passi insieme nella costruzione di un nuovo umanesimo, nella consapevolezza anche che – come si legge nella Traccia in preparazione al Convegno – ‘le frontiere si possono difendere, cercando di costruire muri. Ma possono essere anche soglie, luoghi d’incontro e dialogo, senza i quali rischiano di trasformarsi in periferie da cui si fugge: abbandonate e dimenticate’». Il movimento, ammonisce il segretario Cei, «non è quello della chiusura difensiva, ma dell’uscita. Senza paura di perdere la propria identità, anzi facendone dono ad altri».

E Galantino ha lanciato un monito: «Rilevare la percezione e la rappresentazione della sicurezza sociale» significa offrire «uno strumento importante per cogliere la qualità della democrazia e orientare la cultura, la politica e lo stesso senso comune», ma bisogna fare attenzione a «non trasformare la percezione in un pregiudizio».  Il presule sottolinea che «il fondamento della sicurezza sociale è la giustizia sociale» e, commentando i dati, spiega che «la crisi economica aumenta la disuguaglianza sociale nel nostro Paese e, conseguentemente, intacca la sicurezza sociale». Disoccupazione o non occupazione «è il primo problema» per i cittadini. Di qui la necessità di «un modello economico non solo locale, ma globale, come ribadisce papa Francesco nell’esortazione ‘Evangelii gaudium’», e la sottolineatura che la «debolezza europea nasce dall’aver privilegiato obiettivi puramente finanziari e a breve termine rispetto a obiettivi condivisi di giustizia sociale». In Italia e in Europa, avverte, «a far paura non sono anzitutto, i migranti economici o i migranti disperati che arrivano sulle nostre coste e che segnalano a loro volta una situazione di ingiustizia sociale nel mondo vicino a noi», bensì «i drammi dell’economia, l’inefficienza e la corruzione politica!».

«Oggi occorre rafforzare, in nome della sicurezza e giustizia sociale», l’Unione europea, «anche attraverso una politica comune, un’organizzazione più forte, una difesa condivisa, una politica dell’immigrazione aperta alle identità molteplici e a condividere l’accoglienza di chi chiede una protezione internazionale». Secondo mons. Galantino «solo dentro un quadro europeo e internazionale di tutela del bene comune è possibile anche tutelare meglio gli interessi nazionali». Altrimenti l’Europa, «rischia di diventare un peso», ed è a rischio «involuzione» e «decomposizione», minacciata da nazionalismi e populismi. I pericoli all’europeismo, annota, «più che da fuori (immigrati, islam, terrorismo) vengono da dentro». Un monito, infine ai media, che «possono aiutare a rappresentare la realtà o ad alimentare la percezione, il pregiudizio».

Talvolta, spiega facendo riferimento al rapporto Unipolis, «la notizia non segue la realtà (come nel caso della criminalità, i cui dati sono rimasti invariati in questi anni), ma crea una percezione diversa. Al tempo stesso si creano dei capri espiatori della criminalità, come gli immigrati o i rom, alimentando la paura in un italiano su 3 (33%)». Da «cose meravigliose», secondo la definizione di «Inter mirifica», conclude il presule, «se manca un codice deontologico, i media possono diventare linguaggi distorcenti nella costruzione della sicurezza sociale».