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SVIZZERA, CONFERENZA EPISCOPALE: NO ALLA GUERRA IN IRAQ

“Preghiamo, come cristiani di tutte le confessioni, insieme con i nostri simili musulmani, affinché si impedisca un bagno di sangue”: questo l’appello della conferenza episcopale svizzera, che si è pronunciata oggi contro un eventuale conflitto in Iraq. I vescovi svizzeri si dicono “profondamente turbati” per l’atteggiamento mostrato “dai media negli ultimi giorni”, in cui “non si mette più in discussione l’opportunità di una guerra, quanto piuttosto la data esatta dell’inizio del conflitto”, o peggio, “si pensa al periodo post-bellico”. “Ribadiamo con decisione il nostro rifiuto di una guerra le cui vittime principali sarebbero i civili” iracheni, “oppressi da anni dalle conseguenze dell’embargo internazionale”. “Non permettiamo che questo popolo sia torturato ulteriormente” – recita l’appello – “poiché non sono ancora esaurite tutte le vie del dialogo e non vi sono ancora prove decisive di un pericolo da parte del dittatore iracheno”. “Anche se l’Iraq dovesse rappresentare una minaccia reale per noi” – proseguono i vescovi – “la comunità internazionale non dovrebbe per questo precipitarsi in un conflitto”. Esprimendo la propria opposizione al concetto di “guerra preventiva”, e ribadendo che “il mondo ha piuttosto bisogno di una vera prevenzione dalla guerra”, il comunicato evidenzia il rischio di “una forte escalation di minacce terroristiche ad opera di fanatici islamisti” ed invita “tutti i credenti” svizzeri a pregare contro la guerra. I vescovi si raccomandano infine di includere “nelle preghiere i cristiani, i musulmani e gli ebrei in Palestina, che vivono anch’essi in una situazione drammatica”, e ricordano che “non si può mai fare violenza nel nome della religione”. Sir