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Sahel: Unicef, «400mila bambini senza scuola a causa delle violenze»

«La continua e crescente condizione di insicurezza nella regione del Sahel ha costretto alla chiusura o alla non operatività circa 2.000 scuole in Burkina Faso, Mali e Niger. Il numero di strutture scolastiche coinvolte risulta raddoppiato rispetto al 2017». Lo denuncia oggi l'Unicef. Le minacce al personale scolastico, gli attacchi contro strutture scolastiche e l'uso delle scuole a scopi militari - il che corrisponde a una grave violazione dei diritti dei bambini - hanno interrotto il ciclo di apprendimento scolastico per più di 400.000 bambini nei 3 Paesi e lasciato 10.000 insegnanti senza la possibilità di lavorare o sfollati a causa delle violenze.

«Attacchi diretti contro le suole, insegnanti e studenti e l’occupazione militare di questi spazi sono una grave violazione dei diritti dei bambini – ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef -. Quando i bambini non vanno a scuola – soprattutto durante un conflitto – non solo non possono imparare le competenze di cui hanno bisogno per costruire comunità pacifiche e prospere, ma diventano anche vulnerabili a terribili forme di sfruttamento che comprendono l’abuso sessuale e il reclutamento forzato in gruppi armati».

«I bambini troppo spesso sopportano il peso intero del conflitto e le loro scuole – una volta spazi sicuri per apprendere – troppo spesso diventano luoghi di violenza – ha affermato l’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’Istruzione globale, Gordon Brown -. Il nostro obiettivo deve essere che ogni scuola sia sicura».

I Governi del Burkina Faso, Mali e Niger hanno tutti siglato la Dichiarazione per le scuole sicure – impegnandosi a proteggere le scuole e consentire che l’istruzione continui durante i conflitti armati. Anche se molte aree nel Sahel affrontano una sempre più grande insicurezza, l’Unicef resta impegnato a lavorare con le autorità nel campo dell’istruzione e le comunità per supportare opportunità alternative di apprendimento che comprendono istruzione via radio, così che i bambini possano continuare a imparare ovunque essi siano.

«In un momento in cui il Sahel sta affrontando sempre più numerose minacce di violenza, non dobbiamo dimenticare che l’istruzione è un diritto per i bambini e una potente spinta per la pace», ha concluso Fore.