Mondo

Sea Watch e Sea Eye: Muscat (Malta), via libera a trasferimento dei migranti, poi ripartiti in 8 Paesi

Il premier di Malta, Joseph Muscat, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo in sede europea per per ripartire i migranti delle navi Sea Watch e Sea Eye da settimane in mare con 49 persone a bordo. I migranti verranno poi redistribuiti tra 8 Paesi Ue, tra cui l'Italia. La portavoce di Sea Watch: contenti per la decisione, ma 20 giorni in mare sono troppi.

«L’operazione per trasferire i migranti sulle navi delle nostre forze armate inizierà il prima possibile»: lo ha detto poco fa Joseph Muscat, premier di Malta, annunciando il via libera all’accordo europeo per ripartire i migranti delle navi Sea Watch e Sea Eye da settimane in mare con 49 persone a bordo. I migranti verranno poi redistribuiti tra 8 Paesi Ue, tra cui l’Italia.

«Siamo contenti che si sia riusciti ad arrivare a una soluzione europea, anche se questo ha preso molto tempo e dimostra che sia necessario organizzarsi per avere una soluzione redistributiva immediata. Non è possibile che lo scarico sia condizionale al raggiungimento di un accordo tra Stati membri». Lo afferma al Sir Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch, appena ricevuta la notizia dello sbarco a Malta delle 49 persone di Sea Watch e Sea Eye. Sea-Watch ringrazia «tutta la società civile che si è mossa in questi giorni e ha dimostrato una grande solidarietà». In particolare, le organizzazioni di United4Med, che hanno dato il loro supporto, e «tutte le persone che si sono rese disponibili su ogni livello, dai porti al cibo. Per noi significa tantissimo perché dimostra che c’è un’Europa diversa». «Siamo contenti di poter finalmente liberare le persone che sono imprigionate da quasi 20 giorni a bordo. Ci rendiamo conto dello sforzo di Malta che non può farsi carico degli sbarchi di tutte le navi soccorse  anche al di fuori della propria area Sar. Crediamo che sia responsabilità degli Stati membri trovare un accordo sulla redistribuzione, ma non è possibile aspettare 20 giorni per uno sbarco perché non riescono ad accordarsi».

«Siamo felici che si sia risolta positivamente la questione dei migranti bloccati da giorni sulla Sea-Watch, ma allo stesso tempo non possiamo non ricordare che si è giunti a questa soluzione dopo 19 giorni di odissea in mare sulla pelle delle persone», ha detto Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) all’apprendere che il caso dei 49 migranti è in via di risoluzione.

«Come protestanti italiani sosteniamo ormai da tempo le missioni di ricerca e soccorso in mare di Sea-Watch e Open Arms. È importante sottolineare che questa vicenda si sia conclusa con la redistribuzione dei naufraghi e l’assunzione di responsabilità di diversi Paesi europei. Questa è sicuramente la strada giusta da percorrere per affrontare il fenomeno migratorio», ha proseguito Negro. La Federazione delle chiese evangeliche in Italia «ha dato la disponibilità al Ministero dell’Interno per l’accoglienza di alcuni dei profughi della Sea-Watch che arriveranno nel nostro Paese. Dalla nostra esperienza sappiamo che da queste vicende possono nascere belle storie di integrazione», ha concluso.