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Siria: Consiglio di Sicurezza Onu, dare piena attuazione alla tregua

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Siria, ha invitato le parti coinvolte nel conflitto a consentire le consegne di cibo e medicinali da parte di un convoglio umanitario a Douma, la periferia orientale di Ghouta. Il 13 marzo presentazione ufficiale del rapporto della Commissione internazionale d’inchiesta.

(da New York) António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, durante l’incontro di ieri, del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Siria, ha invitato le parti coinvolte nel conflitto a consentire le consegne di cibo e medicinali da parte di un convoglio umanitario a Douma, la periferia orientale di Ghouta. La Ghouta orientale, situata nei pressi di Damasco, è stata sottoposta a pesanti bombardamenti, con oltre 400.000 civili che soffrono per carenza di cibo, carburante, medicinali e acqua potabile.

Nella zona, solo lunedì sono state uccise oltre 100 persone, mentre sono oltre 27mila quelle in attesa di assistenza umanitaria. «Quasi metà delle derrate alimentari trasportate sul convoglio non saranno consegnate, così come buona parte delle forniture mediche e sanitarie, perché bloccate dalle autorità siriane», così si è espresso il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, sottolineando che l’ultimo convoglio umanitario, ha raggiunto Ghouta solo il 14 febbraio scorso. L’otto marzo era previsto che 46 camion autorizzati sarebbero riusciti a far giungere a destinazioni gli aiuti per la popolazione e invece appena 14 sono riusciti a scaricare le merci.

Tarik Jašareviæ, portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) delle Nazioni Unite, ha precisato che durante l’ispezione obbligatoria, condotta dalle autorità nazionali siriane, precedentemente informate del contenuto del convoglio, sono stati respinti farmaci necessari alla dialisi e per le sedute di insulina, oltre che trattamenti salvavita per traumi e ferite. Proprio per la criticità delle condizioni dell’enclave della Duma, «ciascuno di questi farmaci e delle attrezzature verrà riproposto nel prossimo convoglio umanitario» ha precisato Jašareviæ. Il Segretario Generale ha elogiato, infatti, il coraggio di tutti gli operatori umanitari che lavorano instancabilmente per garantire aiuto a tutti i bisognosi siriani, ma ha chiesto con determinazione a tutte le parti in conflitto, un accesso sicuro e senza impedimenti ai convogli umanitari, ricordando anche gli obblighi del diritto internazionale e le leggi sui diritti umani che impongono di proteggere i civili e le infrastrutture civili. Guterres ha esortato tutte le parti in causa a dare piena attuazione alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, varata lo scorso 24 febbraio, che imponeva una tregua di almeno 30 giorni. Proprio il fallimento della tregua aveva spinto Francia e Gran Bretagna a chiedere un nuovo incontro dei 15 per martedì.

Attacchi deliberati e indiscriminati su civili e strutture protette, fame, carcerazione illegale e uso di armi chimiche, sono solo alcune delle violazioni del diritto internazionale registrate dall’ultimo rapporto della Commissione internazionale d’inchiesta sulla Siria – istituita dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu. Attingendo ad oltre 500 interviste, nel periodo cha va da luglio 2017 a gennaio 2018, il rapporto evidenzia il costo «estremamente alto» delle vittime civili soprattutto durante le campagne per militari contro lo Stato islamico dell’Iraq e il Daesh, combattute a Raqqa e a Deir ez-Zor.

«È oltre la comprensione umana che, nonostante questa vasta gamma di violazioni dei diritti, alle vittime e ai sopravvissuti siriani continui a essere negata una qualsiasi forma di giustizia. Ad essi si aggiungono poi i casi di scomparsa o rapimento di decine di detenuti e le condizioni disumane delle migliaia di loro che vivono nelle carceri», ha dichiarato il presidente della Commissione, Paulo Pinheiro nell’anticipare alcuni dei temi, che verranno ripresi il 13 marzo, in occasione del dibattito sulla Siria alla 37ma sessione del Consiglio dei diritti umani, presso l’Onu. I dati esplicitati nella ricerca hanno evidenziato, soprattutto durante l’assedio quinquennale di Goutha, mezzi e metodi di guerra sempre più cinici, con casi documentati di malnutrizione acuta, uso indiscriminato di armi chimiche e bombe a grappolo, a cui vanno aggiunti l’allentamento forzato dei presidi medici e le incursioni nella città di Damasco con feriti gravi e morti. «L’uso di bombe in un’area densamente popolata da civili potrebbe considerarsi un crimine di guerra perché si tratta di attacchi indiscriminati con morti e feriti soprattutto tra la popolazione civile» ha denunciato il rapporto, sottolineando che luoghi di culto, centri di protezione civile, case, strutture mediche, mercati, panetterie e scuole continuano ad essere attaccati impunemente dalle parti in guerra.

La Commissione di inchiesta ha scoperto che lo scorso 13 novembre, l’aviazione russa ha effettuato attacchi aerei su un’area civile densamente popolata ad Atareb (Aleppo), uccidendo almeno 84 persone e ferendone altre 150. Nel rapporto si chiedono misure pratiche e urgenti per rispondere ai bisogni delle vittime e si raccomanda il rilascio immediato di bambini, donne, anziani e disabili oltre che l’accesso da parte di osservatori indipendenti a tutti i luoghi di detenzione. «L’intero conflitto è stato caratterizzato da un totale disprezzo delle regole d’ingaggio», ha dichiarato il commissario Hanny, anche lui nella commissione, e ha invitato le parti in causa a cessare gli assedi e a consentire gli accessi umanitari. Intanto c’è attesa per la presentazione ufficiale del rapporto il prossimo martedì.