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Siria: Tveit (Wcc), «proteggere diversità religiosa e culturale»

«Il mondo deve sostenere un reale processo di pace in Siria per fermare queste tragedie di popoli e culture»: è l’appello del segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), Olav Fykse Tveit, in seguito alle notizie della distruzione dell’antico monastero cattolico di Mar Elian nella località di al-Qariatayn, a sud-ovest di Homs, nel centro della Siria.

«Si tratta – ha detto Tveit – di un’ulteriore espressione dell’agenda del cosiddetto Stato Islamico che intende eliminare non solo i membri delle minoranze religiose ma anche tutte le prove della loro presenza e del contributo che queste hanno dato alla storia e alla cultura della regione».

Chiaro il riferimento alle centinaia di civili tenuti prigionieri dall’Is. Sarebbero più di 180 cristiani rapiti di recente in Siria dallo Stato Islamico, tra loro c’è Jacques Mourad, sacerdote della comunità di Mar Musa, fondata dal gesuita padre Paolo Dall’Oglio, rapito anche lui due anni fa. I prigionieri sono stati trasferiti nell’area di Raqqa, la roccaforte del Daesh nel nord della Siria. «Lo Stato Islamico – sottolinea Tveit – sta facendo guerra non solo ai cristiani, ma a qualsiasi persona e qualsiasi cosa che non rientra nella loro ristretta visione estremista. Si attende da tempo che la comunità internazionale trovi la volontà politica e i mezzi di proteggere la diversità culturale e religiosa della Siria e dell’Iraq contro la depredazione dello Stato Islamico. Il futuro politico e sociale della regione dipende dalla diversità. È giunto il momento di fermare il processo che può portare alla sparizione dei cristiani e delle minoranze religiose dai loro luoghi di origine e dai loro luoghi santi», ha concluso.