Siria: contro intervento militare anche Arcivescovo Canterbury e Lord Carey
Si allarga il fronte dei leader cristiani che si schierano contro l'eventualità di un intervento armato in Siria. A mettere in guardia sulle conseguenze che un attacco militare può avere sull'intera regione sono dal cuore di Londra l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby e Lord Carey che è stato arcivescovo di Canterbury dal 1991 al 2002.
Parlando a «The Telegraph», l'arcivescovo Welby ha detto che i membri del Parlamento britannico devono essere «sicuri» prima di agire in mezzo ad «una situazione molto delicata e pericolosa». Welby, che ha trascorso diversi anni lavorando in prima linea per la riconciliazione in zone di guerra in Africa e in Medio Oriente, ha insistito che ci sono «numerosi passaggi intermedi» tra il non fare nulla e il cambio totale di regime in Siria che potrebbe essere considerato. L'arcivescovo ha quindi esortato i parlamentari britannici a prendere seriamente in considerazione il rischio di agire in una zona determinando conseguenze gravi nell'intera regione, ponendosi quindi una serie di domande: «siamo sicuri dei fatti sul terreno?». E ancora: siamo sicuri di non generare «ramificazioni imprevedibili in tutto l'intero mondo arabo e musulmano?». Avendo vissuto molto tempo nell'area, l'arcivescovo chiede di evitare di cadere in «giudizi» e «generalizzazioni» e tenere presente «l'enorme complessità» di quanto succede in quel territorio».
Reduce da un recente viaggio a giugno nella Regione, l'arcivescovo racconta il crescente stato d'animo di paura fra i cristiani. «Ho avuto un sacco di conversazioni con le persone nella regione. C'è il senso opprimente, davvero commovente e terribile, della paura di ciò che potrebbe succedere, anche nelle prossime settimane. Riesco a malapena a ricordare un momento di incontro in cui non si avvertiva questo senso di apprensione. Era tangibile». Netta la posizione dell'ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey: «Non sono favorevole all'entrata del Regno Unito in questo conflitto. Condivido il senso dei parlamentari di sdegno morale verso un governo che usa armi chimiche contro il proprio popolo o qualsiasi altro popolo. Ma un intervento ci trascina solo in una guerra che potrebbe inghiottire l'intero Medio Oriente».
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