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Strasburgo, Corte europea dà ragione al Belgio. Vietato indossare il niqab nei luoghi pubblici

(Strasburgo) «Non viola la Convenzione il divieto di portare abbigliamento che nasconda il volto nello spazio pubblico»: così dicono due sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo pubblicate stamane riguardo due diversi ricorsi provenienti dal Belgio.

Si tratta in un caso di due donne, Samia Belcacemi (cittadina belga) e Yamina Oussar (cittadina marocchina), nate rispettivamente nel 1981 e 1973. Il loro ricorso è indirizzato contro la legge del 2011 che ha introdotto il divieto del niqab, velo che copre il volto ad eccezione degli occhi, in tutti gli spazi pubblici. Il secondo caso, simile, è stato presentato da Fouzia Dakir, anche lei cittadina belga, nata nel 1977 e residente a Dison: anche lei per libera scelta indossava il niqab, fino a quando nel 2008 un regolamento comunale a Pepinsterl, Veriviers e Dison ne ha vietato l’uso nei luoghi pubblici. Per entrambe i casi, la Corte ha ritenuto che «la restrizione controversa mira a garantire le condizioni del vivere insieme come elementi della protezione dei diritti e delle libertà altrui e che può quindi essere considerata necessaria, in un società democratica».

Secondo la Corte, che fa riferimento anche al precedente francese, «la preoccupazione di rispondere alle esigenze minime della vita in società può essere considerato come un elemento della protezione dei diritti e delle libertà altrui». La legge belga considera quindi il niqab «incompatibile» e quindi vietato per le «modalità di comunicazione sociale» esistenti in Belgio.