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Sudan: Abdelgalil (portavoce Spa), «rivoluzione continua senza paura»

Sara Abdelgalil, portavoce dell’Associazione dei professionisti sudanesi (Spa), all’indomani del rovesciamento da parte dell’esercito di Bashir, presidente dal 1989, denuncia come il creare una giunta militare con mandato biennale sia un vero e proprio colpo di stato inaccettabile.

(DIRE-SIR) – «Deporre il presidente Bashir per creare una giunta militare con mandato biennale è un colpo di Stato. Il ministro della Difesa è il leader della giunta, lui che è un membro a tutti gli effetti del regime dittatoriale guidato per 30 anni da Omar Al-Bashir. Si tratta della violazione del primo punto della Dichiarazione per la libertà e il cambiamento, che la Spa ha siglato il 1° gennaio assieme ad oltre 20 realtà associative sudanesi». Così all’agenzia ‘Dire’ Sara Abdelgalil, portavoce dell’Associazione dei professionisti sudanesi (Spa), all’indomani del rovesciamento da parte dell’esercito di Bashir, presidente dal 1989.

L’Spa è stata tra le principali animatrici delle proteste che quasi ogni giorno, a partire dal 19 dicembre, si sono susseguite nel Paese – e in particolare a Khartoum – per chiedere la fine del governo Bashir e nuove elezioni, coinvolgendo nel modo più democratico possibile anche le organizzazioni della società civile.

Ecco perché la deposizione dell’uomo forte del Sudan per l’Spa e i suoi alleati non basta, come dimostrano le manifestazioni che sono proseguite fino a notte per sfidare lo stato d’emergenza imposto dalla giunta. «Chiediamo che tutti gli esponenti di questo regime lascino il potere pacificamente e senza condizioni, quindi intendiamo formare un governo di transizione composto dalla società civile» prosegue Abdelgalil, che tiene a ribadire: «L’istituzione della giunta e la proclamazione dello stato d’emergenza indicano invece la volontà di proseguire questa dittatura, che è peraltro tristemente nota per le terribili violazioni dei diritti umani».

Omar Al-Bashir è indagato dalla Corte penale internazionale dell’Aja per crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante la guerra civile nel Darfur. In virtù della sua posizione ha potuto però sottrarsi alla giustizia internazionale. Ora che è stato arrestato dal suo stesso esercito, perderà tale protezione? «No. È altamente improbabile» risponde la portavoce dell’Associazione. «Se questa giunta militare resterà in carica, Bashir continuerà a godere di tutela».

Cosa dice la gente? Ha paura o prevale l’entusiasmo per l’uscita di Omar Al-Bashir dalla vita politica? «La paura ormai è stata vinta» risponde Abdelgalil. Il momento è cruciale per il Paese, lo sappiamo. Ma la lotta pacifica per un nuovo Sudan continua».

Sui profili social dell’Spa la notte scorsa è stato condiviso il video di un militare che suona il sassofono tra i manifestanti, la bandiera del Sudan avvolta sulle spalle. «Un solo popolo, un solo esercito. Andiamo avanti, la rivoluzione in Sudan deve proseguire all’interno della società civile», recita il commento che accompagna il filmato. (www.dire.it)