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Superbomba Usa e tensioni Nord Corea: mons. Ricchiuti (Pax Christi), «siamo esterrefatti e sgomenti»

Si dice «esterrefatto e sgomento» mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia, alla notizia dell'impiego da parte degli Usa di una «superbomba» in Afgahanistan e dalle crescenti tensioni con la Corea del Nord.

«Siamo esterrefatti, senza parole e anche un po’ sgomenti». Così monsignor Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, commenta le continue tensioni internazionali: ieri gli Stati Uniti hanno bombardato i covi dell’Isis nella provincia afghana di Nangarhar con una Gbu-43, anche nota come Moab (Massive Ordnance Air Blast), acronimo anglosassone che qualcuno traduce liberamente come «madre di tutte le bombe». Oggi si parla di possibili raid Usa contro i test nucleari in Nord Corea.

«Ma è mai possibile che non si riescano a trovare altre strade, se non quelle che portano sempre alla guerra?», domanda Ricchiuti, ribadendo che «la guerra è un crimine – come ricorda sovente il Papa – e non può che generare altri crimini, come è successo in occasione dei fatti di Idlib. E come accade sempre, quando il commercio delle armi è fiorente».

Il «popolo della pace», prosegue l’arcivescovo, che «va oltre le varie sigle che lo compongono», «non cederà a queste logiche. Noi continueremo a sperare in un futuro di pace per tutti. E la giornata di digiuno e preghiera, vissuta mercoledì scorso, non può che confermare questo nostro impegno». Oggi, dice Ricchiuti, «ricordiamo la Passione di Cristo. Durante la liturgia della Parola pregheremo per i governanti perché cerchino il bene comune nella vera libertà e nella vera pace. Sarà un’invocazione quanto mai attuale. Con un appello: non si crocifiggano altre persone sulla croce della guerra e degli interessi. Noi non possiamo che continuare a invocare il dono della pace nel mondo».