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TERRA SANTA: CARITAS GERUSALEMME, NEI TERRITORI PALESTINESI È EMERGENZA UMANITARIA

E’ l’appello lanciato dalla Caritas di Gerusalemme in occasione del recente incontro dei vescovi europei e nordamericani tenutosi a Gerusalemme dal 14 al 16 gennaio scorso. “Dal settembre del 2000, da quando, cioè, è iniziata la seconda Intifada – ha detto Claudette Habesch, segretario generale della Caritas di Gerusalemme, citando anche diverse fonti ufficiali – i morti palestinesi sono stati 1918, di cui il 19% sotto i 17 anni, i feriti 41 mila di cui 2500 affetti da disabilità permanenti, 720 le abitazioni demolite e 11553 quelle danneggiate, 185 gli attivisti palestinesi passati per le armi, 6 mila sono quelli ancora detenuti nelle carceri, di questi 350 sono ragazzi”.

Una situazione aggravata dal “fallimento delle risoluzioni delle Nazioni Unite relative al conflitto israelo-palestinese, dalla politica di insediamento israeliana così come dall’incapacità dell’Autorità palestinese di rispondere alle esigenze della società civile palestinese”. “L’economia palestinese è al collasso – ha detto Habesch -. Settori come il turismo, agricoltura, telecomunicazioni non mostrano segni di ripresa e molte aziende sono state costrette a licenziare. Il prodotto interno lordo è sceso del 51% e la disoccupazione a Gaza è del 67% . Il 75% della popolazione vive ormai sotto la soglia di povertà”. Non è migliore la situazione nelle scuole: “Secondo il ministero dell’istruzione palestinese – riferisce la Caritas – 850 sono le scuole chiuse, 9 quelle che hanno subito atti vandalici, 8 trasformate in caserme militari, 11 totalmente distrutte e più di 185 quelle bombardate. 132 gli studenti uccisi, 2500 feriti e 1135 le ore di lezione perse a causa di chiusure e coprifuoco”. In particolare, secondo la Caritas, desta preoccupazione l’emigrazione dei cristiani dalla Terra Santa. “E’ essenziale che la Chiesa sia coinvolta nei programmi scolastici per promuovere il senso e l’identità dei cristiani, la creazione di nuovi posti di lavoro e la costruzione di case”. “Da soli – è la conclusione – non possiamo farcela. Per questo ci appelliamo alla Comunità internazionale e alle Chiese del mondo perché israeliani e palestinesi siano aiutati nella ricerca della pace”.Sir