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Terra Santa: Hijazen (Beit Jala) ai vescovi Hlc, «Cremisan resti ai palestinesi»

(dall'inviato Sir a Beit Jala) - «La terra deve restare ai palestinesi e il muro di separazione israeliano non deve toccare le proprietà delle nostre famiglie di Beit Jala»: è quanto dichiarato al Sir da padre Faysal Hijazen, parroco del villaggio cristiano di Beit Jala, che ai vescovi dell'Holy Land Coordination (Hlc), in questi giorni in Terra Santa per la loro visita annuale ha fatto il punto sulla Valle di Cremisan, luogo interessato dal progetto di costruzione del Muro di separazione e contro il quale si sono appellati i proprietari delle terre e i Salesiani che hanno dei vigneti, difesi dalla Società St. Yves, organizzazione cattolica per i diritti umani che lavora nell'ambito del Patriarcato latino di Gerusalemme.

«Queste sono terre ricche di vigneti e uliveti che danno lavoro a tanta gente – ha spiegato il parroco – se il muro dovesse passare di qui avremmo gravi perdite. Anche la scuola delle suore salesiane perderebbe i 150 bambini, in maggioranza musulmani. La gente di Beit Jala, inoltre, non avrebbe più a disposizione l’unico polmone verde della città». «Chiedo ai vescovi dell’Hlc di fare anche loro pressione sui rispettivi governi così che si possa trovare una soluzione a questo problema – ha dichiarato padre Hijazen – in ballo ci sono diritti umani da rispettare. Le terre, 55 km. quadrati, sono proprietà privata e la scusa della sicurezza addotta dagli israeliani non regge. Dal 1986 ad oggi non c’è stato in questa zona nessun pericolo per la sicurezza di Israele. Il muro – va detto – serve solo a collegare gli insediamenti di Gilo, Har Gilo e Givat Hamatos che circondano Beit Jala».