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Terra Santa: Hlc. dichiarazione finale, «umanizzare il conflitto»

(da Gerusalemme) «Umanizzare il conflitto favorendo una maggiore interazione tra israeliani e palestinesi. La pace si realizzerà solo quando tutte le parti rispetteranno il fatto che la Terra Santa è sacra per tre religioni e casa di due popoli»: è questo l'appello contenuto nella dichiarazione finale, «La dignità umana fondamento della pace», della visita dei 16 vescovi di Usa, Ue, Canada e Sudafrica dell'Holy land Coordination che si è chiusa oggi (dall'11 gennaio) a Gerusalemme con una messa al Santo Sepolcro.

Nel documento i presuli denunciano «il fallimento dei politici nazionali e internazionali per conseguire la pace». «Il conflitto in corso – si legge nel testo (clicca qui) – minaccia la dignità dei palestinesi e degli israeliani, ma in modo particolare il nostro impegno per i poveri ci chiama a sostenere le persone sofferenti di Gaza» dove «decine di migliaia di famiglie non hanno un alloggio adeguato. In questo ultimo periodo di freddo gelido, almeno due bambini sono morti per ipotermia». Nonostante il blocco che «impedisce drammaticamente la ricostruzione e contribuisce alla disperazione che mina la legittima speranza degli israeliani per la sicurezza» i presuli affermano che «la speranza è viva in Gaza. Abbiamo visto famiglie ricostruire con caparbietà le proprie vite. Abbiamo visto una piccola comunità cristiana con un’enorme fede. Abbiamo ammirato la tenacia di molti volontari».

«I leader politici – si ribadisce nel testo – devono difendere la dignità umana della popolazione di Gaza. Le persone di buona volontà di entrambe le parti in conflitto vogliono una vita degna della persona umana». Dai vescovi arriva anche l’opposizione «alla costruzione del muro previsto nella valle di Cremisan» che provocherebbe la perdita di terre e di mezzi di sussistenza di molte famiglie cristiane e «all’espansione del programma d’insediamento, illegale secondo il diritto internazionale, di cui siamo stati testimoni diretti in Hebron. Il suo impatto sulla libertà di movimento dei palestinesi e sulla confisca delle terre è semplicemente ingiusto».

«Dopo il fallimento dei negoziati e la conseguente violenza del 2014 – si legge nel documento – invitiamo con urgenza i funzionari pubblici ad essere creativi, ad avere nuovi approcci per costruire ponti, non muri». «La via della pace – ricordano i vescovi che citano le recenti parole di Papa Francesco al Corpo diplomatico – esige il rispetto dei diritti umani di israeliani e palestinesi. La nostra preghiera alimenta la speranza che rende possibile la pace. Facciamo appello a tutti i cristiani a pregare per gli ebrei, i cristiani e i musulmani di questa Terra che chiamiamo Santa».