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Terra Santa: Ordinari cattolici denunciano ondata violenza anticristiana

Ondata di violenza anticristiana in Galilea domenica 27 aprile, giorno della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

A denunciarla sono gli ordinari cattolici di Terra Santa che riferiscono e «condannano con grande preoccupazione» due atti di «vandalismo e di profanazione» rivolti contro il monastero di Tabgha sul lago di Tiberiade e contro la chiesa ortodossa di Al-Bassah, nel nord-ovest di Israele durante un battesimo, e una lettera di minacce al Vicariato patriarcale di Nazaret, firmata da un rabbino della zona. A Tabgha, si legge nella nota degli ordinari cattolici, «una dozzina di giovani, tra i 13 e i 15 anni, vestiti come gli ebrei religiosi ortodossi e provenienti dalla fonte di Giobbe, ha lanciato pietre con violenza contro la grande croce situata accanto all’altare e contro la croce dell’altare». Gli stessi si sono poi diretti verso il convento delle monache benedettine dove «hanno sottratto con forza la croce dell’altare e lo hanno imbrattato di fango. Hanno rovesciato banchi e sedie sulla spiaggia, dopo aver disegnato la stella di David».

Nello stesso giorno, poi, è stata assaltata la chiesa ortodossa di Al-Bassah, nel nord-ovest di Israele durante un battesimo. Arrestato, invece, il rabbino sospettato di essere l’autore della lettera di minacce arrivata al Vicariato patriarcale di Nazareth. La missiva conteneva affermazioni della Torah e della tradizione halakhita: «Contro il lavoro straniero in terra di Israele, che è terra santa», e «i cristiani sono lavoratori stranieri». La lettera ordina poi agli uomini della Chiesa e a tutti i cristiani di «lasciare la terra di Israele», pena gravi rappresaglie. «I cristiani della Galilea – conclude la nota – insieme all’Assemblea degli Ordinari, profondamente indignati per i fatti, chiedono con forza alle autorità civili e alle forze di polizia di reagire prontamente con l’arresto dei responsabili, per ristabilire il reciproco rispetto religioso».