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Terra Santa, dalla Toscana ministri di Arafat condannano gli attentati

La notizia dei terribili attentati di sabato e domenica scorsi a Gerusalemme ed Haifa li ha colti in Italia. I due ministri di Arafat, Emile Sarjoui e Mitri Abu Eitah, insieme al sindaco di Beit Sahour, Fuad Kokali, stavano girando la Toscana per incontri diplomatici e per definire l'accordo di solidarietà con Betlemme in cui sono coinvolte numerose realtà tra cui l'Unicoop Firenze, i Comuni di Pratovecchio e Montevarchi e le diocesi di Fiesole e Montepulciano-Chiusi-Pienza.

La notizia dei terribili attentati di sabato e domenica scorsi a Gerusalemme ed Haifa li ha colti in Italia. I due ministri di Arafat, Emile Sarjoui e Mitri Abu Eitah, insieme al sindaco di Beit Sahour, Fuad Kokali, stavano girando la Toscana per incontri diplomatici e per definire l’accordo di solidarietà con Betlemme in cui sono coinvolte numerose realtà tra cui l’Unicoop Firenze, i Comuni di Pratovecchio e Montevarchi e le diocesi di Fiesole e Montepulciano-Chiusi-Pienza.

Sconvolti, amareggiati e preoccupati, i tre uomini politici palestinesi hanno immediatamente condannato i responsabili degli attentati ed ogni forma di terrorismo. Poi, nonostante tutto, hanno dovuto riprendere il loro giro nel senese e nell’aretino, dopo che sabato, a Firenze, avevano incontrato l’arcivescovo Antonelli, il vicepresidente della Regione Passaleva, l’assessore comunale Giani e presentato alla stampa, nella sede dell’Unicoop, l’accordo per la vendita in alcuni supermercati della catena toscana di presepi artigianali in legno d’ulivo provenienti da Betlemme. Un modo per aiutare direttamente almeno 500 famiglie palestinesi ormai alla fame. Da oltre un anno, infatti, gli artigiani della città hanno dovuto chiudere le loro botteghe per l’assenza di pellegrini e turisti e per l’isolamento in cui sono costretti.

L’intera operazione è stata organizzata dalla cooperativa aretina per il commercio equo e solidale Wipala, mentre il padre francescano Ibrahim Faltas, della Custodia di Terra Santa, si è preoccupato di garantire la provenienza e l’artigianalità del migliaio di statuine della Sacra Famiglia che l’Unicoop ha già acquistato e che rimette in vendita senza nessuna maggiorazione. Di più non è stato possibile trovarne a causa del blocco della produzione.

Il sindaco di Beit Shaour, uno delle zone più travagliate tra quelle circostanti Betlemme, ha spiegato che le 70 fabbriche che lavorano la madreperla e il legno d’ulivo hanno costituito una coopertaiva denominata «Terra Santa» e «questo accordo, apparentemente piccolo, è in realtà di grandissimo aiuto per la nostra gente, che in molti casi ha chiuso i propri negozi e licenziato il personale». A nome dell’Unicoop, Claudio Vanni ha dichiarato la disponibilità «ad un rapporto più costante e strutturato per aiutare la commercializzazione dei prodotti delle botteghe di Betlemme».S.M.