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Terra Santa: mons. Fouad Twal, «cristiani perseguitati come duemila anni fa»

Mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme, commenta la Lettera ai cristiani in Medio Oriente scritta da Papa Francesco: «le nostre parrocchie come la stalla di Betlemme». Sua Beatitudine è alla guida del Patriarcato Latino di Gerusalemme dal 21 giugno 2008. Si tratta del nono Patriarca Latino dal 1847, anno in cui a Gerusalemme fu ripristinata la sede patriarcale

Ho letto con molta attenzione la lettera che Papa Francesco ha inviato ai cristiani della Terra Santa e in generale a tutti i cristiani del Medio Oriente. È una lettera ricca di affetto, di vicinanza, di stima e di considerazione. Nelle sue parole si nota in modo evidente l’attenzione del Santo Padre verso questa terra che giorno dopo giorno è sempre più martorizzata. Oggi questo popolo, che a causa della sua fede rischia di essere ucciso o di abbandonare la propria casa, ha avuto una nuova conferma, che non è solo e mai lo sarà, nell’affrontare le difficili situazioni quotidiane. Il Papa è con loro. Prega per queste pietre vive che hanno una grande responsabilità in questa terra che è santa dove è nato e si è diffuso il cristianesimo.

Tra i cristiani della Terra Santa e di tutto il Medio Oriente è ancora vivo il pellegrinaggio che Papa Francesco ha fatto di recente. Le sue parole risuonano in tutti i luoghi santi. Allora come oggi il Santo Padre non tace mentre il mondo politico rimane in silenzio. il barbaro massacro di migliaia e migliaia di Cristiani viene affrontato con relativa indifferenza. Il Medio Oriente sta perdendo intere comunità cristiane che hanno vissuto in pace per secoli.

I cristiani stanno morendo a causa delle loro convinzioni, perché sono indifesi e perché il mondo resta indifferente alle loro sofferenze. I gruppi terroristici violentano e uccidono centinaia di cristiani, devastando le città prevalentemente cristiane. È una situazione drammatica. La comunità internazionale ormai non può più tacere. Nessuno può rimanere imparziale alla sofferenza dei cristiani.

Il Papa, infatti, continua a esortare la Comunità internazionale a «venire incontro ai bisogni dei cristiani e delle altre minoranze che soffrono» e a promuovere pace e negoziati.

Basta guerre! Basta persecuzioni! Basta con i signori della guerra! È necessario fermare il commercio delle armi.

Il Natale è ormai alle porte. Anche il Salvatore è nato dentro una strage di innocenti. Sembra curioso che a distanza di duemila anni i cristiani sono ancora perseguitati.

Nella sua lettera il Santo Padre ci ricorda che nonostante tutte le difficoltà Gesù è nato. Né il potere di allora né i potenti di oggi potranno mai impedire che circoli la notizia di questo “Re dei Re” venuto a compiere la profezia di Michea.  

È Natale anche a Gaza. A Gaza non trovi la grandezza del mondo e la potenza effimera del mercato. C’è la piccolezza custodita dal Signore.

Anche in quella Striscia di Terra, nonostante tutto, Gesù nascerà. Condanniamo la guerra a Gaza. Disapproviamo tutte le guerre e deploriamo le sue drammatiche conseguenze: morte, distruzione; e allo stesso tempo, deploriamo ogni forma di violenza o di vendetta contro persone innocenti, come l’uccisione di persone che pregano in una sinagoga e gli attacchi contro le moschee.

Le nostre parrocchie in Terra Santa e in Medio Oriente sono diventate tanti luoghi simili a quello dove è nato Gesù. Come la stalla di Betlemme. Ed è proprio da quella stalla che il mondo ha ricevuto la gioia della speranza. Una speranza che non sarà mai cancellata.

Faccio sollecitazione a tutti i cristiani, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà affinché non scompaia la preghiera ininterrotta per la situazione dolorosa di questi fratelli perseguitati. Ciascuno si impegni nell’aiuto concreto per le loro necessità e alzi la propria voce nei confronti delle Istituzioni  affinché facciano quanto è in loro potere per intervenire a porre fine a questo calvario che ormai da troppo tempo i cristiani stanno vivendo nella regione mediorientale.

* Patriarca Latino di Gerusalemme