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Terra Santa, patriarca Twal: Maggiore stabilità e più democrazia

Si è svolta questa mattina, a Gerusalemme, nel Patriarcato latino, la conferenza stampa natalizia del patriarca Fouad Twal, tradizionale appuntamento nel quale il capo della Chiesa di Gerusalemme traccia un bilancio dell’anno che sta per terminare evidenziandone luci ed ombre.

Un “bilancio 2012 che ci lascia perplessi” ha affermato Twal nel suo Messaggio. Numerosi i temi toccati da Twal, tra questi il dialogo interreligioso e l’ecumenismo. Diverse sono state le iniziative che pure “non hanno impedito lo sviluppo di un certo radicalismo religioso”. Il dialogo interreligioso, ha detto Twal, “non può portare i suoi frutti se non attraverso atti di rispetto reciproco. Ribadisco la mia profonda costernazione di fronte a tutte le profanazioni di nostre chiese e conventi, sinagoghe e moschee, che offendono tutti”. Sul versante ecumenico il patriarca ha ricordato la visita in Terra Santa del Patriarca ortodosso russo, Kirill di Mosca, all’inizio di novembre, definita “un’occasione per incoraggiare un più grande riavvicinamento tra i cristiani e per sottolineare la presenza cristiana a Gerusalemme e in Terra Santa”. Importante anche la decisione da parte dell’Assemblea degli Ordinari cattolici di festeggiare la Pasqua 2013 con gli ortodossi.

Più critica è la situazione politica in Medio Oriente: “desideriamo maggiore stabilità e più democrazia – ha riferito Twal – la gioia del Natale è oscurata dalla sconcertante violenza in Siria. Siamo pieni di compassione per le vittime”. Il patriarca ha poi ribadito soddisfazione per la decisione dell’Onu con la quale la Palestina è divenuta Stato osservatore, “un primo passo verso la pace e la stabilità nella regione”. “È urgente trovare una soluzione giusta e pacifica alla questione palestinese”, considerata la causa di tutti i conflitti della regione, ha ribadito Twal, che ha denunciato “l’embargo che rende inumana la vita quotidiana di un milione e seicentomila persone, nella Striscia di Gaza, fomentando sentimenti di ostilità permanente nei confronti di Israele”. Relativamente all’emigrazione dei cristiani il Patriarca ha dichiarato che il fenomeno “sembra in diminuzione”. “La Chiesa cerca di mettere a disposizione degli alloggi, di aiutare i giovani a formarsi per trovare più facilmente lavoro, e, soprattutto, di diffondere una cultura e una pastorale del radicamento: essere cittadino di Terra Santa è una vocazione che comporta sacrifici e sfide”.