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Terremoto Taiwan: mons. Hung Shan-chuan, «nelle Messe di Capodanno, preghiera per le vittime»

Una forte scossa di terremoto ha colpito nella notte Tainan, città nel sud dell’isola di Taiwan. Ecco la testimonianza di monsignor John Hung Shan-chuan, arcivescovo di Taipei e presidente dei vescovi della Chinese Regional Bishops Conference (CRBC).

«Preghiere, chiediamo solo preghiere». Risponde così al telefono monsignor John Hung Shan-chuan, arcivescovo di Taipei e presidente dei vescovi della Chinese Regional Bishops Conference (CRBC). Sono ore frenetiche quelle che si stanno vivendo a Tainan, città nel sud dell’isola di Taiwan dove una scossa di terremoto molto forte (di magnitudo 6,4 gradi Richter) ha colpito la città in piena notte. «Non mi trovo nell’area colpita – racconta l’arcivescovo -. Sono a Taipei, a 200 chilometri da Tainan. Tutto quello che sappiamo è che per il momento dieci persone sono morte. Ma non si sa quante persone si trovano dentro gli edifici. Si parla di 5 o 6 palazzi che sono crollati».

È troppo presto per stilare un bilancio dei danni e delle vittime. Nella città meridionale di Tainan il terremoto ha fatto crollare due palazzine residenziali di 17 piani in cui vivevano 60 famiglie con almeno 200 persone. Dalle macerie, oltre ad almeno 221 persone vive (115 delle quali ferite e molti bambini), sono stati estratti anche i primi morti. L’arcivescovo Hung ricorda che a Tainan opera un ufficio della Caritas che già si sta mobilitando per aiutare le vittime. Ed aggiunge: «Abbiamo deciso anche di aprire le scuole in caso gli sfollati abbiamo bisogno di essere accolti temporaneamente. Il governo sta dando il massimo per garantire i soccorsi nel giro di poche ore. Sul posto sono al lavoro 200 operatori e 300 militari per aiutare».

L’8 febbraio in Cina inizia l’anno nuovo, con la festa della primavera, il Chunjie. E solo pochi giorni fa, Papa Francesco ha inviato, in un’intervista all’influente quotidiano con base ad Hong Kong, Asia Times, gli auguri per il Capodanno al popolo cinese e al presidente Xi Jinping. È la prima volta di un Papa a un leader cinese per il nuovo anno lunare in 2000 anni. «Domani sera – dice al telefono monsignor Hung – inizierà l’anno nuovo e dopo domani ci saranno messe e in questa occasione pregheremo per le vittime, per chi sta soffrendo». Vuole lanciare qualche appello ai cattolici in tutto il mondo: «Abbiamo bisogno di preghiere, solo preghiere», afferma l’arcivescovo.