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Tsunami Indonesia: Caritas Italiana, «primi aiuti alle popolazioni colpite». Oltre 280 vittime e mille feriti

«Caritas Indonesia si è immediatamente attivata attraverso i team di emergenza della diocesi di riferimento: la diocesi di Bogor sull’isola di Giava e la diocesi di Tanjung Karan sull’isola di Sumatra». Lo annuncia in una nota la Caritas a proposito dello tsunami che ha colpito l’Indonesia, sabato 22 dicembre, causando oltre 280 vittime e più di mille feriti.

Yohannes Baskoro, responsabile della attività di Caritas Indonesia afferma che «il governo con facilità riesce a mandare aiuti e team logistici per i primi soccorsi». «Anche i nostri team stanno raccogliendo informazioni, ma c’è ancora molta confusione dal campo. Certo i danni sono ingenti. Siamo pronti a fare quanto necessario per portare i primi aiuti alla popolazione colpita».

Il vulcano Anak Krakatoa, sempre attivo, nelle ultime ore ha rafforzato la sua attività e probabilmente – secondo gli esperti – ha creato una frana sottomarina che ha provocato lo tsunami. Il vulcano è situato nello stretto di mare tra l’isola di Giava – dove c’è la capitale Giakarta – e l’isola di Sumatra. Così sono state colpite le province di Lampung e di Banten. L’Indonesia è stata colpita dal terremoto a Lombok, ad agosto, e dal terremoto in Sulawesi che ha provocato anche uno tsunami a Palu, causando più di duemila vittime. Due progetti di ricostruzione e aiuto in queste due aree sono già stati attivati da Caritas Italiana, che sta seguendo, anche in quest’ultimo caso, l’evoluzione dell’emergenza in coordinamento con Caritas Indonesia.

Caritas Indonesia e la rete indonesiana delle Caritas sono al lavoro. «È vero, come di è detto in queste ore, che la logistica in queste 2 zone è abbastanza buona, ma in questa fase di emergenza non è facile comunicare con le Caritas locali. La Caritas di Tanjung Karang a Sumatra – dice Yohannes Baskoro, responsabile della attività di Caritas Indonesia – sta già distribuendo cibo ai sopravvissuti: sono già in distribuzione grazie ai volontari 700 pacchi, ci cui 500 nella zona dell’ospedale della città di Lampung e 200 nel distretto di Kalianda. Il giorno di Natale altri mille pacchi di cibo saranno distribuiti».

Nell’isola di Giava sono già sul campo i volontari della diocesi di Jakarta con un veicolo partito dalla capitale. La diocesi di Bogor ha fatto incontri di coordinamento nella parrocchie di Rangkas Bitung, dove è già cominciata la distribuzione di cibo in coordinamento con le suore francescane, e a Serang, dove a Natale verranno distribuiti i primi aiuti. Su tutta l’area colpita stanno raccogliendo dati e sono pronti a portare generi di prima necessità. «Da Caritas Indonesia – aggiunge Baskoro – stiamo preparando un team di aiuto e coordiniamo l’invio dei volontari Caritas dalle altre zone».«In questi mesi abbiamo avuto già molte emergenze qui in Indonesia – sottolinea padre Ignatius Swasono, direttore ad interim di Caritas Indonesia – e questa, alla vigilia del Natale, ha colpito di notte sorprendendo tutti e non lasciando scampo. I nostri team sono già sul campo a raccogliere le informazioni che ci aiuteranno ad organizzare i nostri aiuti. Le prime distribuzioni di cibo e di generi di prima necessità sono già in corso. I morti sono molti, come dice il governo, ma per ora non possiamo confermare i dati. Caritas Indonesia sta coordinando l’intervento e porremo la sede dei nostri interventi nelle 3 parrocchie della zona di Cilegon, sull’isola di Giava. Facciamo appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà in Italia per aiutarci ancora una volta in questo momento di sconforto e paura perché il Natale del Signore possa portare speranza alle popolazioni colpite». Padre Swasono aggiunge: «Molti volontari stanno già lavorando e andando verso l’area dello tsunami. Da ieri l’ospedale cattolico di Cilegon Serang è aperto, a servizio delle comunità, per tutte le persone che hanno bisogno di aiuto».Caritas Italiana continua a seguire l’evoluzione dell’emergenza in coordinamento con Caritas Indonesia con cui collabora direttamente da più di 15 anni nel supporto alle numerose emergenze naturali che colpiscono ogni anno il Paese, ma anche in molti progetti di sviluppo per il rafforzamento della resilienza delle comunità locali.