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Ucraina: “StopTheWarNow”, arrivata a Odessa la “carovana della pace”

Mons. Savino (Cei), “siamo qui per dire: basta, fermate la guerra”

“La carovana della pace contiene tante storie, tanti volti, tante associazioni. Ma siamo tutti animati dal grande sogno che la pace è possibile. E noi siamo qui oggi a dire: basta, basta, basta, fermiamo la guerra!”. Lo ha detto il vescovo di Cassano all’Jonio e vice presidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Francesco Savino, nella conferenza stampa che si è svolta a Odessa all’arrivo della “carovana della pace”, organizzata dal coordinamento #StopTheWarNow e alla quale ha aderito anche la Cei. Il convoglio, composto da 15 mezzi, è sostenuto da una delegazione di 50 persone in rappresentanza di 175 organizzazioni della società civile italiana ed ha portato 40 tonnellate di beni di prima di necessità per la popolazione. Ad Odessa i partecipanti incontreranno organizzazioni della società civile, autorità religiose e civili. Poi la carovana si sposterà a Mykolaïv. Prendendo la parola, assieme ai vescovi locali della Chiesa latina e greco cattolica e ai rappresentanti della Chiesa ortodossa locale, mons. Savino ha portato la “fraternità” della Chiesa cattolica italiana e “l’abbraccio e la vicinanza” anche del segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, che ha incontrato nei giorni scorsi in Calabria e che ha assicurato che la Santa Sede “sta facendo tutto il possibile per tentare una diplomazia” e fermare questo conflitto. “La guerra non è mai una soluzione”, ha detto mons. Saviano. “È soltanto distruzione, desolazione e disperazione. La guerra è morte. Mi domando: quale mondo stiamo consegnando ai nostri bambini? Un mondo di macerie, un mondo senza speranza, un mondo di dolore? Non siamo qui solo per portare aiuti umanitari. Questi aiuti ci saranno sempre. Le associazioni, il mondo della pace, la Chiesa italiana saranno sempre disponibili per gli aiuti umanitari. Siamo qui a dire che la non violenza è il metodo migliore per risolvere i conflitti perché la guerra è la morte della ragione e dei sentimenti. È la morte della politica e della diplomazia. Torniamo alla diplomazia. La sfida è quella indicata da Papa Francesco, la fraternità. Non esiste un vincitore nelle guerre. Dalla guerra usciamo tutti sconfitti e umiliati”. Mons. Savino ha concluso il suo intervento ricordando una frase del vescovo brasiliano Hélder Pessoa Câmara: “Se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno; se il sogno è fatto insieme ad altri, esso è già l’inizio della realtà”. “Se sogniamo tutti – ha osservato il presule -, l’Ucraina tornerà terra di pace”. A promuovere la straordinaria operazione di pace è il coordinamento #StopTheWarNow, una rete di oltre 175 associazioni, movimenti ed enti italiani. L’iniziativa è coordinata da una cabina di regia composta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, Pro Civitate Christiana, Cgil, Focsiv, Aoi, Rete italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie. Tra le associazioni aderenti vi sono Nuovi Orizzonti, Arci, Legambiente, Focolarini, Mani Tese, Un ponte per. Una prima carovana della pace si è tenuta il 1° aprile scorso a Leopoli. In quell’occasione parteciparono 221 persone che portarono aiuti umanitari, incontrarono la società civile ucraina ed al ritorno evacuarono 300 persone fragili e disabili. Da allora sono state organizzati altri otto viaggi umanitari promossi dalle associazioni italiane. Dall’inizio del conflitto in Ucraina sono presenti volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII.