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Ucraina: mons. Dzyurakh (kiev), «Solo la verità può fermare la guerra»

«Siamo convinti che solamente sapendo la verità piena e oggettiva su ciò che sta accadendo in Ucraina, si possono intraprendere i passi e le iniziative adeguate per fermare la guerra, ricostruire l'integrità territoriale del Paese e assicurare le condizioni per la pace irrevocabile». Lo dice al Sir monsignor Bohdan Dzyurakh, Segretario generale del Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica di Ucraina, vescovo ausiliare di Kiev, commentando l'escalation di violenza nella regione orientale del Paese, il Donbass.

«Purtroppo – aggiunge il vescovo -, è accaduto ciò che temevo ancora un anno fa. Dopo l’annessione del Crimea si è scatenata una guerra ibrida e adesso aperta contro l’Ucraina. Stiamo invocando Dio che fermerà la strage nell’Ucraina orientale». «Quando uno è tormentato dal terrore, ogni segno di solidarietà e di vicinanza è di grande valore».

La Chiesa cattolica ucraina – dice mons. Dzyurakh – è profondamente grata a papa Francesco «per i suoi appelli per la pace in Ucraina», «per il suo inviato speciale – cardinale Christoph Schönborn – che ha visitato Kiev il dicembre scorso, e, soprattutto‚ per le preghiere di Papa Francesco per quanti soffrono a causa della guerra in Ucraina». E aggiunge: «Speriamo di incontrare il Santo Padre in occasione della visita ad limina, prevista per febbraio prossimo e di esprimergli personalmente la nostra gratitudine come anche informarlo sulla situazione reale nel Paese».

Il vescovo lancia poi un appello alla comunità internazionale perché abbia «il coraggio di riconoscere, che non si tratta in Ucraina di una ‘guerra civile’ o di un ‘conflitto interno’ o di una semplice ‘crisi’, come vuole presentarlo la propaganda bellica che sin dall’inizio accompagna gli eventi drammatici nel nostro Paese. Si tratta di un’aggressione militare vera e propria o, se volete,  di una guerra non dichiarata, ma non per questo meno crudele e disumana, nel centro dell’Europa, che è stata pianificata e sostenuta dall’esterno del nostro Paese. Si deve avere coraggio di chiamare per nome l’autore di questa tragedia e fare tutto possibile per impedirgli questa semina sanguinosa che si espande sempre di più. Oggi le parole non bastano più. Ci vogliono azioni solidali e conseguenti su diversi livelli, i passi concreti, che possono, come auspica anche il Santo Padre, ‘porre fine a ogni ostilità’ e realmente portare verso la pace desiderata. Per questo pregano tutte le Chiese e comunità religiose in Ucraina, in questo spera il popolo sofferente».