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Ucraina: visita di S.B. Shevchuk a Chernihiv, “siamo venuti a toccare le ferite della città”

“Siamo venuti a toccare le ferite della città di Chernihiv”. Con queste parole, S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha spiegato le ragioni della visita ieri a Chernihiv dove ha incontrato l’Amministrazione militare regionale di Chernihiv, il monastero dei Padri Redentoristi, la parrocchia e l’unità militare di Slavutych. 

“Questa è una città eroica”, ha detto l’arcivescovo maggiore ai rappresentanti dell’Amministrazione regionale. “Abbiamo tanto pregato per tutti voi! E oggi ho l’opportunità di venire di persona per mostrarvi tutto il nostro rispetto e il sostegno della nostra Chiesa”.

Sua Beatitudine ha percorso le strade della città completamente ricoperte dalle macerie dei palazzi colpiti dalle bombe e si è fermato in preghiera. “I nostri sacerdoti e monaci – ha detto – sono rimasti qui ed hanno reso possibile stabilire qui un centro logistico per la fornitura di vari aiuti umanitari. Oggi vogliamo anche vedere cosa serve e quali sono i bisogni prioritari”. Successivamente – informa il dipartimento di informazione dell’Ugcc – il capo della Chiesa greco-cattolica si è recato al monastero dei Padri Redentoristi, dove ha incontrato sacerdoti e fedeli, ha visitato il rifugio antiaereo del monastero ed ha ascoltato le testimonianze sulla vita e il servizio durante l’assedio. Sua Beatitudine ha ringraziato in modo particolare i Padri per il fatto che sono rimasti tutti nel “loro posto di battaglia spirituale” e non hanno lasciato la città e la gente.

Ieri Giovedì Santo, secondo il calendario giuliano, l’arcivescovo maggiore ha reso un omaggio speciale “ai nostri vescovi, sacerdoti, monaci, diaconi e seminaristi, che si preparano a diventare sacerdoti, per il loro servizio”, “soprattutto nelle condizioni di guerra”. “Il sacerdote di Cristo – ha detto – è il primo a salvare le vite delle persone. È il primo a prendersi cura delle ferite della gente di oggi, delle ferite dell’Ucraina e del nostro popolo durante la guerra. Proprio il nostro clero ha assunto il più grande fardello di questa guerra: servire dove c’è più bisogno”. “Oggi – ha aggiunto Shevchuk – vorrei rivolgere un ringraziamento speciale ai sacerdoti dei territori occupati, che sono con il loro popolo nei punti più caldi delle operazioni militari”, in particolare i cappellani militari che “stanno con le nostre truppe, giorno per giorno, predicando la Parola di Dio dove si sta verificando il dramma della guerra”.