Mondo

Un «ruggito» per battere la fame

Il ruggito è stato evocato da Papa Francesco nel videomessaggio a sostegno dell'iniziativa «Una sola famiglia, cibo per tutti». «Non possiamo girarci dall'altra parte e far finta che questo non esista - ha detto il Pontefice -. Il cibo a disposizione nel mondo basterebbe a sfamare tutti». In preghiera anche a Roma per questa campagna globale

Un’onda di preghiera è partita da Samoa e sta attraversando tutto il pianeta da Est ad Ovest, per lottare insieme contro la fame nel mondo, uno «scandalo mondiale» che coinvolge circa un miliardo di persone, come ha detto Papa Francesco in un videomessaggio di sostegno all’iniziativa. Così è iniziata la campagna globale «Una sola famiglia, cibo per tutti», lanciata martedì 10 dicembre a Roma, nella Giornata mondiale dei diritti umani, da Caritas internationalis, la confederazione che riunisce 164 organizzazioni nazionali. «Non possiamo girarci dall’altra parte e far finta che questo non esista – ha detto il Papa -. Il cibo a disposizione nel mondo basterebbe a sfamare tutti». Papa Francesco ha invitato «le istituzioni del mondo, tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana, a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo». Ma non solo: «Questa campagna – ha precisato – vuole anche essere un invito a tutti noi a diventare più consapevoli delle nostre scelte alimentari, che spesso comportano lo spreco di cibo e un cattivo uso delle risorse a nostra disposizione. È anche una esortazione a smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulle vite di chi – vicino o lontano che sia – la fame la soffre sulla propria pelle». Anche la Fao ha dato il suo pieno appoggio alla campagna.

I governi rispettino gli impegni. La Caritas, ha spiegato Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis, «vuole spingere i governi del mondo a onorare i loro impegni, visto che l’Obiettivo di sviluppo del millennio che prevedeva di dimezzare, entro il 2015, il numero di persone che soffrono la fame nel mondo, molto probabilmente non verrà raggiunto». Tre gli assi portanti della campagna, che ognuna delle 164 Caritas nazionali coniugherà a modo suo con iniziative ed eventi: «Educare e mobilitare persone e governi; agire attraverso progetti concreti; partecipazione dei poveri». «Un movimento così globale – ha affermato Roy – può portare il cambiamento necessario. Crediamo di potercela fare». L’onda di preghiera, passata per il Bangladesh, per la Giordania, la Grecia, la Bosnia, ha raggiunto oggi anche Roma, dove i partecipanti hanno pregato nella chiesa di San Francesco a Ripa a Trastevere. Proseguirà poi in Africa, in America Latina, negli Stati Uniti e in Canada. La campagna globale contro la fame nel mondo avrà tra le date importanti anche la partecipazione all’Expo di Milano nel 2015.

L’esempio di Mandela. Il cardinale Peter Kodwo Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, impossibilitato a partecipare alla conferenza stampa perché inviato dal Papa a rappresentare la Santa Sede al funerale di Nelson Mandela in Sud Africa, ha inviato un messaggio. «Mandela credeva e lottava affinché i diritti e i bisogni di tutti fossero rispettati – ha scritto -. Questa campagna ci invita tutti a seguire il suo esempio, perché quando viviamo come fossimo una sola famiglia il cibo per tutti c’è». Padre Ambroise Tine, segretario esecutivo di Caritas Senegal, ha fatto notare che in Africa e in Europa «mancano oggi leader come Mandela, che sanno l’importanza della giustizia e della pace per il rispetto della dignità e dello sviluppo dei popoli»: «La mancanza pura di intelligenza emozionale, intelligenza del cuore che produce amore, compassione e senso della giustizia è grave – ha denunciato -, e questo conduce allo sfruttamento dei popoli e delle loro ricchezze, lasciandoli nella miseria, la povertà economica e la malnutrizione». Basta guardare alla regione del Sahel, dove il 30% della popolazione non riesce ad avere due pasti al giorno, non c’è acqua a sufficienza né facile accesso alla terra per le donne e i giovani.

E in Italia? Anche in Italia, come ha illustrato Ferruccio Ferrante, responsabile comunicazione di Caritas italiana, c’è chi non ha cibo a sufficienza o non ha i soldi per comprarlo. E c’è chi il cibo lo spreca perché ne ha troppo. Si stimano circa 4 milioni di persone in povertà alimentare, che si rivolgono a 15mila strutture per chiedere pasti o beni alimentari. Le sole Caritas diocesane promuovono 111 mense sociali, che distribuiscono 1 milione e mezzo di pasti l’anno. Non solo: «Negli ultimi anni c’è stato un aumento di richieste di aiuti alimentari, dal 40 al 60%, che arriva al 75% se si considerano tutti gli aiuti materiali». Caritas italiana ha lanciato un’Alleanza contro la povertà che comprende anche la richiesta di un reddito minimo per i più poveri, una misura presente in tutti gli Stati europei tranne la Grecia e l’Italia. Don Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma, ha confermato che «anche a Roma ci sono persone che hanno fame»: le mense Caritas distribuiscono più di 1000 pasti al giorno e forniscono aiuti alimentari tramite i due Empori della solidarietà, una sorta di supermercato gratuito per i poveri. A breve ne apriranno altri due. Nel 2012 a Roma sono stati forniti aiuti alimentari a 3.805 persone, per un valore pari a 1 milione 220mila euro.