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Usa: Obama-Romney, è testa a testa alla vigilia del voto

I due, nelle prossime ore visiteranno una serie di Stati decisivi: Wisconsin, Iowa, Ohio (Obama); Florida, Virginia e Ohio (Romney). Il voto martedì 6 novembre

Una maratona elettorale di 18 mesi, centinaia di manifestazioni e comizi costati circa 3 miliardi di dollari. Domani sarà il giorno della resa dei conti. Il popolo americano sceglierà il proprio presidente a quattro anni dalla «rivoluzione Obama», il primo uomo di colore a salire ai vertici della Casa Bianca nella storia degli States. L’Election Day del 6 novembre sarà il momento in cui gli Stati Uniti tireranno le somme di una legislatura durata quattro anni, battezzata dall’apertura di una delle crisi più profonde che abbia mai coinvolto la comunità internazionale, segnata dalla morte di Osama bin Laden, dall’intervento militare in Libia e dall’approvazione da parte del Congresso di una riforma sanitaria che ha stravolto dopo decenni il volto sociale di un Paese.

Alla vigilia del voto, gli analisti leggono un’America spaccata in due: i sondaggi continuano a parlare di un sostanziale testa-testa tra i due candidati negli swing state, gli stati indecisi cruciali nella corsa alla Casa Bianca. Da parte sua, Obama, vanta un vantaggio di misura di 1,3 punti percentuali in 12 stime nazionali pubblicate nelle ultime 24 ore. E in questo quadro, i due, nelle prossime ore visiteranno una serie di Stati decisivi: Wisconsin, Iowa, Ohio (Obama); Florida, Virginia e Ohio (Romney). Una replica di quanto accaduto ieri, quando Obama e Romney, affiancati dai rispettivi vice Joe Biden e Paul Ryan, hanno girato freneticamente acclamati dai propri sostenitori, per poi incrociarsi all’aeroporto di Cleveland.

Intanto, Obama incassa l’endorsement del Financial Times, che lo elogia per come ha affrontato la crisi economica: «É la scommessa più saggia per gli Stati Uniti». Romney, dal canto suo, scivola in una nuova gaffe a sole 48 ore dalle urne. «Perdere contro Barack Obama – dice in Ohio – è possibile, ma non è probabile che il presidente uscente vinca le elezioni».