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Venezuela: nuovo appello dei vescovi, «la protesta pacifica non è un crimine, basta repressione»

«Come venezuelani esigiamo il rispetto dei nostri diritti civili e di tutti i nostri diritti»: è l’ennesimo appello della Conferenza episcopale del Venezuela affidato poche ore fa ai social media in seguito alle tensioni e agli scontri delle ultime settimane, che hanno causato finora 26 vittime durante le manifestazioni di protesta contro il governo.Papa Francesco ha inviato un messaggio di solidarietà e vicinanza all’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa Savino, tramite una telefonata del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. A rendere noti i contenuti della conversazione è stato ieri lo stesso cardinale Urosa: una settimana fa, mentre celebrava nella basilica Santa Teresa la messa per la solennità di Gesù Cristo Nazareno, è stato interrotto da alcuni contestatori con aggressioni verbali. Nel pesante clima di violenza e tensione in Venezuela la Chiesa sta infatti reagendo con manifestazioni pacifiche, solidarietà con la popolazione e prese di posizione nette contro la repressione. «Durante la telefonata – ha raccontato il cardinale Urosa in una intervista al quotidiano El Nuevo Paìs diffusa dall’ufficio stampa dell’arcidiocesi di Caracas – il cardinale Parolin ha espresso la solidarietà del Papa e personale per l’aggressione anti-religiosa e anti-ecclesiale nella basilica del Nazareno, insolita e insopportabile». Il cardinale Urosa ha riferito che il Papa continua a seguire la situazione generale del Venezuela ed è vicino alla Chiesa e a tutta la popolazione. «Il gesto di Papa Francesco – ha detto una fonte interna all’episcopato – può considerarsi una espressione concreta di unità tra la Chiesa venezuelana e il Vaticano. Non c’è nessuna differenza tra la Conferenza episcopale venezuelana e il Vaticano». Intanto 12 Paesi latinoamericani hanno chiesto al Vaticano di riprendere la mediazione interrotta con il governo venezuelano.

«La protesta civica e pacifica non è un crimine – affermano i vescovi -. E’ un diritto! Non può essere controllata da una repressione senza misura. E’ garantita dalla Costituzione nazionale e protetta dalle leggi». Ricordando che la Chiesa venezuelana accompagna ed esorta la popolazione a manifestazioni pacifiche, i vescovi chiedono che «siano libere  e senza altre restrizioni se non quelle che derivano dal dovere di rispettare la vita, la proprietà e il bene comune».