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Venezuela: sangue sul voto per la Costituente, 13 morti in un giorno

Caos e violenza alle elezioni per l’Assemblea Costituente voluta da Nicolas Maduro in Venezuela. Tredici persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, portando così a 120 il numero totale delle vittime da aprile. Per i vescovi la costituente «è un pericolo per la democrazia».

La protesta si è estesa in tutto il paese con momenti di vera e propria guerriglia urbana. Mentre il governo ha continuato ad assicurare che nel paese «regna la calma» e, nonostante la bassa affluenza, ha definito le elezioni un «successo storico» del chavismo. Un appello alla comunità internazionale è stato lanciato dal leader dell’opposizione Leopoldo Lopez che chiede di non riconoscere il voto e denuncia la «brutale repressione della protesta». Mentre gli Usa, secondo il Wall Street Journal, stanno valutando l’imposizione di sanzioni contro l’industria petrolifera del Venezuela che potrebbero avere un impatto devastante sull’economia del paese. Aumentano intanto i paesi americani che non riconosceranno l’esito dello scrutinio: Messico, Colombia, Perù e Argentina; il Cile parla di voto «illegittimo».

Tra le vittime anche un giovanissimo: si chiama Luis Ortiz, 15 anni, ucciso durante una protesta antigovernativa a Tucapé, piccola località nel comune di Cardenas.

«Non riformare la Costituzione ma applicarla»; «la Costituente non è necessaria ed è pericolosa per la democrazia del Venezuela»; «basta con la repressione!»: sono i numerosi appelli che i vescovi del Venezuela hanno nuovamente diffuso sui social network durante la lunga giornata di ieri. Secondo il Consiglio nazionale elettorale (Cne), l’affluenza è stata del 41,53%, con circa 8 milioni di venezuelani che hanno partecipato alle elezioni di ieri. Per l’opposizione l’astensione era invece pari all’87%. La Conferenza episcopale del Venezuela ha più volte ribadito nei suoi messaggi, l’ultima nota è del 28 luglio, che «l’Assemblea Costituente sarà uno strumento di parte che non risolverà ma peggiorerà i gravi problemi dell’alto costo della vita, la scarsità di alimenti e farmaci di cui soffre il popolo e la grave crisi politica».