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Yemen: Oxfam, da gennaio 981 vittime tra cui 300 bambini. Fermare carneficina

Agosto è stato il mese più sanguinoso dall'inizio dell'anno in Yemen. Secondo i rapporti raccolti dalle Nazioni Unite nei primi nove giorni di agosto sono morti 450 civili, di cui 131 bambini, mentre al 31 agosto i morti e feriti sono saliti a 981, tra cui oltre 300 bambini, ma il numero potrebbe essere ancora più alto perché difficile tenere il conto esatto.

«Una carneficina che si palesando come conseguenza diretta sia del disprezzo spregiudicato delle parti in conflitto nei confronti della vita dei civili, che dell’incapacità delle potenze che le appoggiano, di trovare vie di uscita politiche efficaci verso la pace». È la denuncia diffusa oggi da Oxfam, in vista dei colloqui di pace in programma questa settimana a Ginevra, i primi in due anni, tra le forze sostenute dalla Coalizione a guida saudita e i ribelli Houthi.

«In Yemen oggi è il far west. La sofferenza del popolo yemenita è un affronto al nostro senso di umanità: il fallimento delle potenze mondiali nel riaffermare qui i valori fondanti della civiltà, una vergogna – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia -. Siamo di fronte a un triste capitolo della diplomazia contemporanea fatta di accordi sotto banco, doppiezze, ipocrisia. Quanti bambini devono ancora morire perché si abbia un’ammissione di complicità da parte delle potenze che alimentano questa guerra da oltre tre anni? Si hanno prove di crimini di guerra perpetrati regolarmente, i responsabili dovranno renderne conto. La carneficina deve finire e in questa direzione i colloqui di pace di Ginevra possono essere decisivi per fermare gli attacchi sui civili».

Nel frattempo i combattimenti a sud di Hodeidah non si fermano, e al momento sono concentrati nella città di Ad Durayhimi. Le organizzazioni umanitarie non riescono ad intervenire a causa degli scontri in corso e delle strade bloccate. I danni alle infrastrutture idriche e sanitarie a Hodeidah stanno lasciando migliaia di persone senz’acqua e assistenza medica, con il rischio di una nuova epidemia di colera. Si combatte anche a Lahj, Al Baydah, Sa’daa, Hajaah, Taiz e in diverse altre zone del Paese. Secondo le Nazioni Unite tra il 26 marzo 2015 e il 9 agosto di quest’anno sono state ben 17.062 le vittime civili, tra cui oltre 10.400 mila causate dagli attacchi aerei della Coalizione a guida saudita.