Anche noi, come altri mezzi d’informazione e non solo abbiamo subito quello che qualcuno chiama un attacco dei così detti no vax. Un attacco che abbiamo scelto di bloccare eliminando due post sui social. Ma i nostri lettori, comunque, hanno potuto continuare a vedere la notizia sul nostro sito così come noi continueremo a pubblicarne
Inizia tra poco la prima votazione per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Sull'ultimo numero del settimanale il commento di Mimmo delle Foglie
"Tra i buoni propositi per il nuovo anno, però, al primo posto voglio mettere la certezza di continuare a dare speranza a chi ci legge": il saluto e gli auguri ai lettori del settimanale cartaceo del nostro direttore
Perché una lettera a Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, al posto del consueto editoriale? Lo facciamo per parlare di noi, per prendere in esame quanto sta avvenendo intorno a Toscana Oggi ma, più in generale, ai problemi della carta stampata.
L’Europa ha paura, una maledetta paura di essere invasa dai migranti. E quando si ha paura, la ragione si annebbia e si sceglie la via più semplice e forse pericolosa: costruiamo un muro. Così, dopo aver abbattuto 32 anni fa (il 9 novembre 1989) il Muro berlinese della vergogna, ecco che 12 Paesi sui 27 dell’Unione europea lanciano la proposta di alzarne un altro per “proteggere le frontiere esterne dell'Ue di fronte ai flussi migratori”.
Il calendario approvato dalla conferenza dei capigruppo del Senato prevede che, dopo questa prima settimana in Aula, la discussione generale sul ddl Zan prosegua alle 16,30 di martedì 20 luglio. Nel complesso sono oltre sessanta gli iscritti a parlare. Sempre martedì prossimo, ma alle 12, scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti: un momento decisivo per verificare la possibilità di un accordo su una riformulazione del testo in esame
Quanti nonni non potranno più raccontare di sé e della propria vita? Quante storie di vite esemplari saranno andate perdute? Quante carezze, quanti baci, quanti abbracci non sono stati vissuti? Solo da questa drammatica consapevolezza può nascere non solo un nostro personalissimo modo di sentire e vivere questa durissima stagione, ma anche l’urgenza di fare qualcosa per conservare la memoria di questa generazione portata via da un virus venuto da lontano e ben presto diventato padrone delle nostre vite, delle nostre coscienze e del nostro immaginario.
Tre morti (l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, il loro autista congolese) hanno riportato all’attenzione degli italiani il fatto che tra i danni, gravi, del Covid-19 in quest’ultimo anno c’è stata anche la fitta nebbia calata su tutto ciò che accade fuori dai nostri confini e da quelli dei Paesi occidentali, e non solo.
Chissà che cosa sarebbe successo se ci fossero stati i Social all’epoca di San Francesco di Sales, il santo che festeggiamo il 24 gennaio. Lui ha avuto l’idea di diffondere brevi testi stampati, a completamento delle sue prediche, e perciò è diventato il patrono dei giornalisti. Forse però qualche problema con i Social lo avrebbe potuto avere. Diceva cose che erano contrarie al pensiero mainstream tra Cinque e Seicento, l’epoca delle guerre di religione. Predicare l’amore di Dio, a quei tempi, era controcorrente.
Si può scegliere chi vaccinare in base al reddito prodotto come proposto da un'assessore di una regione italiana? In caso di sproporzione tra mezzi a disposizione e persone bisognose di assistenza i medici si possono trovare davanti a un bivio drammatico: a chi dare la precedenza? Un paese civile non dovrebbe mai mettere gli anestesisti davanti a queste decisioni