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Caro Delio Rossi, una cosa sola non ti perdoniamo…

di Umberto Folena

Caro Delio Rossi, ti perdoniamo tutto tranne una cosa, una soltanto. Non la gragnuola di cazzotti: quella te la perdoniamo anche perché l’hai pagata e la pagherai per mille e mille giorni ancora. Sei stato messo alla berlina da innumerevoli tv di tutto il mondo. Volevamo il calcio globalizzato? Eccolo. Difficilmente tornerai ad allenare una squadra di calcio. E dopo aver fatto galoppare come purosangue modesti muli di squadre approssimative, passerai alla storia per dieci secondi di raptus. Non la perdita della trebisonda: un errore si perdona, ed è un errore che capita a molti, sia pure con ben minori conseguenze. Neanche l’aver ceduto alla provocazione del bimbo viziato, il serbo Adem Ljajic. Chi non è mai precipitato nella trappola di una provocazione, specialmente se la tensione ti ha rosicchiato i neuroni? Non di aver ceduto pur ricoprendo un ruolo che, per responsabilità e stipendio, non te lo consentiva; è vero, se non hai i nervi più che saldi, certi ruoli devi evitarli. Ma tu eri il più saldo di una pattuglia di mister, alcuni dei quali – osannati, strapagati, coccolatissimi – vanno in giro a nervi scoperti senza neanche una foglia di fico a salvare le apparenze.

E allora, che cosa non ti perdoniamo? Lo sai bene, Delio Rossi, che ti avremmo perdonato di non vincere un campionato che da qui alla fine dei tempi sarà vinto da Sky, che con quel campionato accumula milioni su milioni; ma, per vincerlo, occorre che gli abbonati siano lieti; e, affinché siano lieti, poiché in larga maggioranza sono tifosi di Juve Milan e Inter, le strisciate, i campionati devono essere vinti da loro tre, a turno. Sai che cosa non ti perdoniamo? Di averci fatto perdere l’unico «titolo» che noi toscani possiamo e vogliamo vincere e di cui saremmo orgogliosi, quello della simpatia. Del fair-play. Del calcio divertente, senza esasperazioni. Del gioco allegro e leale, senza farmacie e arbitri benevoli e gol fantasma e rigorini generosi e fuorigioco creativi. Mercoledì 2 maggio, accidenti, siamo diventati uguali agli altri, a quelli a cui non vogliamo assomigliare.

Vai pure in pace tu, Delio Rossi, a prendere a cazzotti con la mandibola quell’accidenti di gomma da masticare. Quanto a noi, che vergogna!