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Chi ha paura degli scout? Lo strano «caso San Rossore»

Ci vuole coraggio, coraggio sfrontato, ad accusare gli scout di apprestarsi a devastare la tenuta, ignorando lo studio d’incidenza ambientale, le dichiarazioni del direttore del parco, per non dire della natura e della storia dell’Agesci. L’ultima Route si tenne nel 1986, quando 17 mila rover e scolte raggiunsero una delle più amene località italiane, i Piani di Pezza in Abruzzo, a quota 1.700 metri. Lasciando tutto come prima, anzi meglio.

Ci vuole il coraggio degli «intellettuali e ambientalisti» che lo scorso 17 aprile firmano una petizione, un petardo a uso e consumo dei media pisani, divenuto bombetta un mese e mezzo dopo quando, con curioso ritardo, deflagra sulla prima pagina del «Corriere della sera». Coraggio e faccia tosta perché, tra i firmatari, troviamo pure chi, nel 1986, era tra i sostenitori dei Piani di Pezza. Ma perché stupirci? È lo stesso sfrontato «coraggio» degli intellettualini romani che, dall’alto delle terrazze dei loro attici, con la puzzetta sotto il naso, nel 2000 scrivevano dell’inevitabile devastazione di Roma all’approssimarsi delle orde di giovani per la loro Giornata mondiale. Non accadde niente ma nessuno chiese scusa.

Ma ci vuole coraggio pure, quando ormai i media nazionali hanno dato voce ai protagonisti disinnescando il petardone, tornare sulla vicenda come ha fatto martedì 17 giugno «Toscana Notizie», l’agenzia d’informazione della Regione, con un mega-comunicato di 1.002 parole (6.447 caratteri), per innescare e disinnescare di nuovo, a scoppio ritardatissimo, la castagnola, bum. Lodevole intenzione, forse. Ma chi sentiva il bisogno di tanto eccesso di zelo, ormai superfluo?

Infine ci vuole coraggio, misto a una dose di simpatica faccia tosta, a scrivere lo scorso 13 giugno a pagina 13 su «Sette», il magazine dello stesso «Corriere» che fece scoppiare il mortaretto: «La polemica degli intellettuali e dei soloni dell’ambiente contro il raduno scout a San Rossore pare una caricatura del conservatorismo dell’accademia italiana, una metafora dell’arroganza dello spirito. Ero stato invitato a San Rossore, ho risposto di no perché non ero sicuro di esserci: ora chiedo di essere riammesso». Firmato: Aldo Cazzullo. Ma sì, riammettetelo. Ma nutritelo alla sobria mensa della truppa. E fatelo dormire in tenda. Dimenticando la zanzariera…