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Delitto Biagi, ora serve un soprassalto di responsabilità

Il delitto politico, da qualunque parte venga, è profondamente negativo, soprattutto perché, in ultima analisi, nella persona uccisa vuol distruggere un modo diverso di pensare, affermando così che la lotta non è tra avversari, ma tra nemici da eliminare con qualunque mezzo. Per questo la morte di Marco Biagi, oltre alla profonda pietà per l’ucciso e la sua famiglia – spesso nei drammi che diventano necessariamente pubblici questa dimensione può restare in ombra – diventa un avvenimento politico che deve giustamente preoccupare, perché può segnare un ritorno a un passato che pensavamo ormai archiviato.

Noi viviamo oggi un imbarbarimento della dialettica politica: tutto è occasione per alzare i toni e per una violenza verbale che ci appare fuori luogo e d’altri tempi. In entrambi gli schieramenti si fanno affermazioni davvero pesanti: non c’è poi da meravigliarsi se frange estremiste possono rialzare la testa.

L’uccisione di Marco Biagi, di cui tutti ora riconoscono correttezza e competenza – se ne sono serviti sarà bene ricordarlo ministri di schieramenti diversi –, esige un soprassalto di responsabilità in un tempo in cui sembra che questa virtù tipica dei politici sia rara o assente nei Palazzi, nelle piazze e nei salotti della cultura.

a.m.