Opinioni & Commenti

Ecco le liste dei candidati in Toscana, ma sui nomi il nostro voto conta poco

Laddove il risultato del Senato è in bilico – Lombardia, Veneto, Campania, Sicilia, forse anche Puglia – almeno gli elettori potranno decidere da che parte far pendere la bilancia per Palazzo Madama. Ma da noi non sarà così e, data ormai per scontata la vittoria del centrosinistra alla Camera anche a livello nazionale, chi non si riconosce in questo schieramento avrà solo la magra consolazione di contribuire a determinare i rapporti di forza tra i perdenti, soprattutto tra il centro targato Monti e il centrodestra ancora berlusconiano – nonostante la scelta peraltro indolore del Cavaliere di non candidarsi a premier – oppure premiando gli outsider di Grillo, Ingroia, Pannella o Giannino. Per molti di coloro che votano Pd resterà invece la soddisfazione di aver partecipato a primarie e magari «parlamentarie», dove il peso di ciascun elettore era oggettivamente ben diverso.

Premesso ciò e sottolineato che andare a votare sarà comunque importante – nella speranza di farlo davvero per l’ultima volta con questa legge assurda – cerchiamo di vedere dunque come si sono orientati i singoli schieramenti, a cominciare appunto dal Pd, che conta di conquistare una ventina o più eletti alla Camera e una decina al Senato. Numeri notevoli che hanno consentito un «mix» senza eccessivi problemi tra gli eletti alle primarie (con buona presenza anche dei renziani) e le scelte della segreteria, che ha voluto per Montecitorio un capolista significativo come la direttrice della Scuola Sant’Anna di Pisa Maria Chiara Carrozza, mentre per Palazzo Madama in testa di lista è stata «paracadutata» la lombarda Valeria Fedeli, seguita dall’ex presidente della Regione Claudio Martini.

Tra le scelte di Sel, che alla Camera anche in Toscana si presenta con Vendola capolista, spicca invece al Senato il volto noto dell’allenatore Renzo Ulivieri, in seconda posizione e quindi possibile eletto. Il Centro Democratico, dopo il leader Bruno Tabacci come capolista presenta invece al secondo posto alla Camera l’assessore regionale Cristina Scaletti mentre in testa per il Senato c’è l’attrice Pamela Villoresi.

Per quanto riguarda il Pdl, l’appunto generale – considerando ovviamente gli eleggibili, vale a dire 5 o 6 a Montecitorio e 3 o 4 a Palazzo Madama – è quello del «deja vu». Se l’esito delle urne fosse favorevole, la novità per quanto riguarda la Camera, dov’è capolista Monica Faenzi, potrebbe venire da Simonetta Losi, al sesto posto, vicecoordinatrice provinciale senese del partito e moglie del pianista di Berlusconi. Al quinto invece è stato posto il fiorentino Gabriele Toccafondi, parlamentare uscente proveniente dal mondo cattolico. Stato maggiore del partito in testa di lista al Senato, con Berlusconi, Matteoli e il discutibile ma sempre indiscusso Verdini nell’ordine. Illustre escluso, e per questo dimissionario dal ruolo di coordinatore vicario della Toscana, il deputato uscente Riccardo Migliori.

Nel centro montiano, la lista unitaria del Senato presenta come capolista il giuslavorista ex Pd Piero Ichino, che precede la lucchese Stefania Giannini, rettore dell’Università per stranieri di Perugia. A seguire, i due Udc Nedo Poli (Lucca) e Luigi Della Pina (Massa). E proprio per quanto riguarda il partito di Casini, la lista della Camera, che sfoggia un 100% di toscanità dei candidati, dopo il passo indietro di Francesco Bosi presenta in testa l’aretino Giorgio Guerrini, leader della Confartigianato nazionale e capolista anche in Umbria e nella circoscrizione Lombardia 1, seguito dal deputato uscente Alessio Bonciani e dal consigliere regionale Marco Carraresi, che nutre quindi speranze di elezione, contando magari anche sul fatto che neppure il suo partito, pur così critico verso questa legge elettorale, è sfuggito alla piaga delle candidature in più collegi, cosa che finisce per togliere ulteriormente potere di scelta al singolo elettore. Per quanto riguarda le altre due formazioni centriste, da segnalare la presenza in quinta posizione di Franco Vaccari, fondatore di Rondine Cittadella per la Pace, nella lista guidata dallo storico Andrea Romano, livornese docente a Roma e direttore di Italia Futura, e dallo scrittore pratese Edoardo Nesi. Per Fli, solo terzo Angelo Pollina dopo Gianfranco Fini e Flavia Perina.

Il panorama ovviamente non si esaurisce qui: tra i nomi noti degli altri schieramenti ci limitiamo a ricordare, per il momento, l’organizzatore della marcia della pace Perugia-Assisi, Flavio Lotti, al secondo posto per la Camera dopo Ingroia nella lista Rivoluzione Civile, nonché la presenza, per la sola Camera, della lista «Io amo l’Italia» guidata da Magdi Cristiano Allam, in uno spezzatino di ben 23 liste che la dice lunga, se ancora ce ne fosse bisogno, sull’efficacia del sistema.