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Eletto, quasi di nascosto, il nuovo Corecom

Per un ente che si occupa di «comunicazioni» la vicenda è paradossale: il rinnovo del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) è passato… sotto silenzio. Nessun comunicato – chissà perché – è uscito sugli atti ufficiali che in Consiglio e in Giunta regionale hanno stabilito la nomina dei nuovi componenti dell’Autorità toscana per le comunicazioni.

Si trattava di sostituire i «magnifici sette» del mandato precedente (presidente Omar Calabrese) che, dopo cinque anni di onorato servizio, per legge non sono rieleggibili.

Da notare come il Corecom, fra gli enti derivati, è uno dei più ambiti ma anche, in teoria, uno dei più importanti nella nostra società delle comunicazioni. Tra funzioni proprie e delegate, il comitato – se ne ha voglia – di cose può davvero farne molte: anche un forte sostegno ai diritti di cittadinanza di quelli che troppo spesso vengono visti solo come «utenti» (carne viva da vendere agli spot) nel complesso, potente, ricco mondo dei media.

Per legge, la scelta del presidente è a «mezzadria» fra i presidenti di Consiglio e di Giunta regionale: deve, cioè, esserci il cosiddetto «concerto».

Martini e Nencini hanno trovato l’accordo sul prof. Marino Livolsi (area Ulivo), settantenne sociologo delle comunicazioni e docente universitario. Un milanese conosciuto fra gli addetti ai lavori. Evidentemente, in Toscana, non si è trovato nessuno all’altezza.

Gli altri sei componenti spettano al Consiglio: in verità ci ha pensato il presidente Riccardo Nencini che, come gli consente la legge, ha eletto 5 dei 6 membri riservandosi l’ultimo a una fase successiva.

Per il Corecom, organismo di tutela e di garanzia, la legge fissa rigidissimi paletti di esperienza e competenza. Paletti che dovrebbero essere «documentati e appositamente valutati».

In questo tipo di enti tutto dovrebbe poter contare tranne il dominio delle tessere.

In realtà i nomi dei «magnifici cinque» non soltanto sono tutti «targati» con grande evidenza, ma non sembrano neppure – diciamo così – irresistibili in termini di qualificazione.

Un’ultima cosa: i compensi. Fino a ora il presidente (area Ulivo) prendeva qualcosa come 4 mila euro al mese, cioè il 55% dell’indennità mensile lorda assegnata ai consiglieri mentre il vice (AN) si metteva in tasca qualcosa meno (il 45%) e gli altri consiglieri qualcosa meno ancora (il 40%). Cifre, in ogni caso, piuttosto elevate.

A fine settembre la prima Commissione del Consiglio Regionale decise compensi più bassi per tutti: il presidente sarebbe passato al 30% e gli altri, vice compreso, dovevano scendere al 20%. Una botta che però, un mese dopo, l’assemblea consiliare ha provveduto a rialzare: il presidente arriverà al 40% e gli altri al 30%. Meno male (per lor signori).tog