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Europei: quando il gioco maschio diventa roba da signorine

di Marco LapiVedendo gli azzurri in campo lunedì 15 contro la Danimarca sembrava proprio che più che agli Europei pensassero alle europee. Non certo però, beninteso, alle elezioni appena svolte né ai loro risultati, quanto piuttosto alle tante bellezze a dodici stelle presenti sugli spalti come davanti alla tv. Nella speranza – forse – di conquistarle, o più probabilmente nel tentativo – decisamente di dubbio gusto – di imitarle. Parevano piuttosto queste, infatti, le intenzioni della squadra, viste le treccine di Totti e la coda di Camoranesi, e visto soprattutto com’è stata giocata la partita, a partire da un Del Piero vagante per il terreno di gioco forse alla ricerca dell’immancabile uccellino.

Una volta, in tempi in cui le pari opportunità erano lontane e lo stesso Gaucci non si sarebbe mai permesso di sognare calciatrici nel Perugia, avremmo opportunamente parlato di «calcio da signorine». Del resto, certe giustificazioni successivamente addotte da qualcuno per dar conto della propria scadente prestazione non sembrano lasciare dubbi.

Se lo stesso Totti se l’è presa con le scarpe «bollenti», il suo compagno di squadra Panucci si è addirittura lamentato del fastidio provocatogli dai calzini, tessuti – a parer suo – con un filo troppo spesso.

L’auspicio è che per le prossime partite, se proprio non dovesse più opportunamente tenere a riposo i suoi delicati piedini seduto in panchina, venga almeno dotato di un paio di finissime calze femminili, anzi meglio collant onde evitare le scomode e fastidiose giarrettiere. E magari gli venga stampato sulla maglia un nome più adeguato. Pinuccia, ad esempio, andrebbe benissimo.

Il sito Uefa degli Europei 2004