Opinioni & Commenti
Famiglia e matrimonio sotto i colpi di mode e mercato
L’Istat: nulla di nuovo. A un matrimonio su quattro si approda dopo una convivenza, più o meno lunga, in genere «di prova». Cose che già si sanno. Il matrimonio è demodè, la convivenza è di moda. Della convivenza si parla con orgoglio e ironia, sfoggiando un superiority complex che sfiora l’arroganza. Del matrimonio si tace. Se ne parla in chiave di «crisi di». Se ne sottolinea la fragilità: quanto dura di media, perché si rompe, come romperlo limitando le sofferenze, eccetera. Alle convivenze si guarda invece con simpatia, incoraggiandole. Perché?
Partiamo dalla Nazione. Con una nota semantica. L’autrice definisce se stessa e il suo lui in negativo: non moglie, non marito. Per sottolineare uno strappo e una distanza. In effetti la lingua non aiuta. Fidanzato? I fidanzati sono (erano?) giovani, non convivono e si preparano al matrimonio. Compagno? Vocabolo troppo legato all’esperienza comunista, quindi equivoco. Partner? Freddino. Pard, come Tex Willer e Kit Carson? Non scherziamo.
Il problema è culturale. Riguarda quel che pensiamo di noi, del nostro futuro e della nostra vita. Il problema è che tutti i legami stabili, duraturi, per sempre, vengono smantellati dalla modernità liquida, come direbbe il sociologo Zigmunt Bauman. La convivenza è fluida, leggera, soft and light. Il matrimonio è solido, fatto per durare (gli sposi ce la mettono tutta), hard and heavy. Che cosa faccia meglio alla persone e alla società, ecco, su questo cala il silenzio assoluto. Anche da parte di chi è sposato e ha la percezione di essere isolato e in minoranza, nel senso che il mondo pare vada da un’altra parte. E non è questione di destra e sinistra o di cattolici e laici. Per capirci, il 25 agosto su Libero abbiamo letto questo titolone: «Potrai sapere in anticipo se tuo marito ti ucciderà». Catenaccio: «Uno speciale esame di coppia consente ora di scoprire se lei farà questa fine. Perché l’uxoricidio è un crimine prevedibile». Non è meraviglioso? Se hai dei dubbi, la voglia di sposarti ti viene o ti passa?