Opinioni & Commenti

Fecondazione, è finito il far west

Con 277 si, 222 no e 3 astenuti la Camera ha approvato ieri definitivamente la legge sulla procreazione assistita colmando di fatto un vuoto legislativo che durava dal 1979. Le legge vieta, tra le altre cose, la fecondazione eterologa, il congelamento dell’embrione, le nascite di bambini da mamme in età avanzata, l’affitto dell’utero, la possibilità di inseminare più di tre ovociti per volta e di utilizzare embrioni congelati dopo che uno dei due genitori sia morto. La legge assicura, inoltre, il diritto a nascere del concepito. I bambini che nasceranno saranno figli legittimi della coppia o acquisiranno lo status di figli riconosciuti dalla madre o dalla coppia stessa. “Il Parlamento con una decisione che va rispettata, perché ha investito le coscienze dei singoli parlamentari, – ha detto il presidente della Camera – si è assunto coraggiosamente la responsabilità di legiferare su un tema così delicato, sul quale il Paese da tempo attendeva una risposta da parte del legislatore”. Presentiamo una nota del teologo don Marco Doldi.di Marco Doldi Davvero è stato un cammino lungo e faticoso, cominciato addirittura durante l’ottava legislatura (1979/1983). Recentemente, queste sono state le tappe più significative. Il 27 marzo del 2002 prende il via l’esame della proposta di legge alla Camera. Tra gli elementi che la caratterizzano: il ‘no’ alla fecondazione eterologa, il ‘no’ alla clonazione e alla sperimentazione sugli embrioni, l’accesso alle tecniche di fecondazione solo per le coppie di sesso diverso coniugate o stabilmente conviventi, il diritto del concepito a nascere. Il 18 giugno 2002: con 268 sì, 144 no e 10 astenuti, il provvedimento viene approvato alla Camera. Sostanzialmente sono confermati i punti cardine: è consentita solo la fecondazione omologa, cioè mediante gameti provenienti dalla coppia; ‘no’, invece, ai single, ‘no’ ai gay. ‘No’ anche alla clonazione e alla manipolazione degli embrioni umani. Il 31 luglio 2002: comincia in Commissione sanità del Senato l’esame dei progetti di legge in materia di procreazione medicalmente assistita, fra cui quello approvato dalla Camera.

Il 24 settembre dello scorso anno il testo sulla procreazione assistita arriva in aula al Senato nella stessa formulazione approvata a Montecitorio il 18 giugno 2002. Il 3 dicembre 2003 il Senato riprende l’esame del testo. Sono circa 500 gli emendamenti proposti. L’11 dicembre 2003 il disegno di legge viene approvato con 169 sì, 92 no e 5 astenuti. Il provvedimento torna alla Camera solo per l’esame di una norma tecnica che riguarda lo spostamento di alcuni capitoli di spesa dal 2002 al 2003. Finalmente, il 10 febbraio la legge viene approvata.

“Una legge assolutamente laica – ha detto Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita – perché basata sul valore dell’uomo e della ragione. Non certo una legge cattolica, visto che non vi è alcuna protezione di interessi esclusivamente cattolici e visto che ben più radicali sono le esigenze dell’antropologia cristiana”. Non si può infatti dimenticare che secondo la morale cristiana la fecondazione assistita resta un atto tecnico che sostituisce quello intimo e personale dei coniugi. Inoltre, ha aggiunto Casini, “è motivo di soddisfazione che l’Italia, come la Germania abbia fondamentalmente accolto gli inviti del Parlamento europeo e che Paesi vicini come la Spagna abbiano già modificato le loro leggi permissive per imitare l’Italia”.

“Al di là dei dettagli – ha aggiunto Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari, è merito della legge aver rivolto lo sguardo non solo agli interessi degli adulti, ma anche a quelli dei bambini generati con le nuove tecniche”. Analoga soddisfazione è stata espressa dall’Associazione medici cattolici italiani, perché finalmente il “far west” e l’assoluto liberismo in un campo così delicato sono stati cancellati. “I cattolici – si legge nel comunicato stampa della presidenza nazionale – con un impegno trasversale in Parlamento hanno contribuito a una legge che antepone i diritti del concepito, la tutela delle famiglie e il rispetto della vita ai desideri, pur legittimi delle coppie che fanno ricorso alla fecondazione assistita”. Lo Stato italiano garantisce, così, al neoconcepito il diritto di nascere nella propria famiglia naturale, di conoscere l’identità dei propri genitori e anche la propria identità sia sociale sia biologica. Davanti alle dure reazioni di una parte del mondo laico – già intenzionato a proporre un referendum popolare – si comprende che l’impegno dei cattolici e degli uomini di buona volontà è tutt’altro che terminato. Ora la legge va difesa con determinazione, sorvegliandone anche la fedele applicazione.

Fecondazione assistita, chi vuole il Far West?

vai al sondaggio