Opinioni & Commenti

Il Papa, gli atei e i credenti ipocriti. Quelle parole fraintese, anzi: mai pronunciate

Ho qualche amico che dice di essere «ateo». Non solo sui social ma pure nel mondo vero conosco ottime persone con questo tipo di «fede». E non mancano, con loro, confronti – amichevoli – fra le rispettive sicurezze (talvolta insicurezze). Inevitabile, dunque, aver ricevuto link sulle parole – peraltro mai pronunciate, almeno in quei termini – di Francesco dedicate al «meglio essere atei che cristiani ipocriti». Link compiaciuti, come se l’uomo vestito di bianco si fosse affacciato e avesse finalmente riconosciuto che Dio non esiste, Cristo è un’invenzione, lo Spirito Santo figurarsi.

A molti ho risposto «nulla di nuovo sotto il sole», rinviando a qualche Padre della Chiesa ma soprattutto al Vangelo. E facendo presente di averlo sentito dire per la prima volta, quel concetto, nella mia preistoria; quando facevo il chierichetto: servivo Messa a un prete che, aiutato dai tanti veri paradossi evangelici, gli piaceva predicare a suon di paradossi. Ho fatto poi presente che Francesco parlava a me e a quelli come me (aspiranti cristiani: preti compresi, siamo tanti in questa complicata ma umanissima situazione) così spesso capaci di «andare in chiesa» ma altrettanto spesso in difficoltà quando si tratta di «dare una vera testimonianza» del nostro dover «vivere come figli, come fratelli».

Agli amici atei, tutti ringalluzziti da un papa che pareva aver dato loro ragione, ho poi aggiunto, da giornalista, un consiglio: non fermatevi ai titoli, leggetele tutte le parole che Francesco, integrando testo scritto e parole a braccio, ha in effetti detto. Scoprirete che titoli frettolosi e forzature evidenti vi hanno manipolato anche nel vostro, laicissimo, diritto di commentare ciò che è davvero accaduto, nella prima udienza papale di questo 2019: non quello che ha deviato l’attenzione di troppi, fra cui tanti cattolici – vaticanisti o meno – che a questo papa hanno giurato di fargliela pagare. Un «santo padre» che si fa agit prop dell’ateismo è una barzelletta. Che non conviene a nessuno. In particolare non conviene agli atei (quelli veri).