Opinioni & Commenti

Interventi concreti per esaltare la bellezza della famiglia

Nel dibattito sulla famiglia che ha investito nei giorni scorsi il Congresso mondiale di Verona c’è qualcosa che stride nel proporre il «tifo per» la famiglia. La famiglia, come la vita, sono due categorie «ontologiche» che costituiscono il presupposto di ogni altro diritto di libertà e di ogni diritto civile: senza la vita non c’è la famiglia e senza le famiglie non ci sono le comunità politiche, locali, nazionali e internazionali. Perciò il rischio di ridurre il tema della famiglia a tema di scontro o «di parte», appare un grave errore e un limite di ogni convegno che ponga il tema della famiglia «contro» qualcuno o qualcosa.

Tutte le persone, al di là delle loro scelte, identità e orientamenti, sono «figlie» di qualcun altro, figli della loro famiglia e la conseguenza di tale dialogo intergenerazionale è la stessa comunità politica, che potrà continuare ad esistere in futuro se ci saranno nuovi figli e nuove famiglie. Questo dato è il riferimento per ogni riflessione e per tale motivo la famiglia non può essere un’idea, né un concetto astratto, né una squadra; per lo stesso motivo non può esserci una bandiera o una lobbies pro o contro la famiglia. Questo valore costitutivo della famiglia è ribadito più volte nel testo costituzionale, ma in maniera chiara e pacata nell’articolo 31 della Costituzione: «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia».

Questo principio del cosiddetto favor familiae (come nell’implicito favor vitae) significa che abbiamo bisogno di politiche familiari e incentivi che premino la scelta familiare come «costitutiva» della nostra comunità politica, anche per uscire dalla grave crisi demografica della famiglia su cui bisogna riflettere a tutti livelli nazionali ed europei. Secondo i dati Istat pubblicati in Popolazione residente per stato civile del 6 settembre 2018 gli italiani coniugati sono più di 28,5 milioni al 31 dicembre 2017, con 3 milioni e 843 mila in meno rispetto al 1991.

Interessante notare che con la nuova legge 20 maggio 2016 n. 76, al 1° gennaio 2018 le persone residenti in Italia legate dalle cosiddette unioni civili sono 13.256, pari allo 0,02% della popolazione. Inoltre l’altro dato rilevante sul piano demografico sta nell’innalzamento (invecchiamento) dell’età media a 45,2 anni (era 39,1 anni nel 1991): «solo» il 13,4% della popolazione ha meno di 15 anni.

Di fronte a questa «emergenza» il dibattito pubblico dovrebbe considerare «prioritarie» le politiche a sostegno della famiglia e alla maternità, soprattutto per quelle più povere, emarginate e in difficoltà. Ma c’è un livello ulteriore su cui insiste molto il Magistero sulla famiglia di Papa Francesco, per affrontare l’individualismo che produce «solitudine e paura», la via di uscita può essere trovata solo nel riscoprire il senso profondo e «verticale» dell’unità familiare e sociale. Perciò non «sterili» polemiche, ma «feconde» idee che uniscano, purché siano innovative e non divisive. Da questo nuovo approccio ai problemi potrà nascere un «nuovo stile» che proponga con misure concrete ed efficaci la bellezza della famiglia.

* presidente Forum toscano delle associazioni familiari