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La mamma, il primo mattone con cui noi costruiamo la nostra vita

In natura siamo tra le poche creature ad aver adottato un’andatura eretta. Questo ha fatto sì di avere una larghezza del bacino notevolmente stretta. La nostra gestazione non poteva quindi permettersi di prolungarsi fino ad un completo sviluppo funzionale del bambino prima della nascita, come succede in moltissime altre specie.

Il neonato senza cure parentali semplicemente muore. La protezione e la cura di un neonato non autosufficiente non è una cosa molto semplice. Nasce la necessità di una coppia genitoriale. Nasce il nucleo sociale base: la famiglia. Ma prima di tutto nasce la mamma. Colei che dal concepimento fino a che avrà vita ci sosterrà come può. Colei che permette la vita, che ci presenta per la prima volta l’amore; colei che ci permette di crescere.

Avete mai riflettuto su come la mamma riesca a fare tutto ciò? Per spiegarlo brevemente voglio citare un grande autore: Bowlby. Secondo questo autore le interazioni tra madre e bambino, che iniziano già durante la gravidanza e che vanno dall’abbraccio allo scambio di sguardi, alla nutrizione e tutto il resto, strutturano ciò che viene definito sistema d’attaccamento. Sistema che guiderà, anche nella vita adulta, le interazioni e gli scambi relazionali-affettivi.

La funzione principale della madre secondo Bowlby è quella di fornire al bambino una base sicura: fargli sentire che esiste, è riconosciuto ed è protetto. In pratica questo permette a noi figli di crescere. In pratica nostra madre è il primo mattone con cui noi costruiamo la nostra vita. Non poco direi! Dedicarle una giornata l’anno è fin troppo poco. Dedicargliela in maggio non è una coincidenza.

Con il pieno sbocciare della primavera, con i fiori, il caldo che torna e la vita della natura che ricomincia il suo ciclo di rinascita anche l’uomo in maggio ha sempre festeggiato. Ed è già nel tredicesimo secolo che Alfonso decimo il Saggio, re di Castiglia e León associa a questo moto di vita la celebrazione della Madonna. Non siamo ancora al mese Mariano vero e proprio ma ne è l’inizio: il bisogno di rivolgersi alla Madre che trova un suo spazio allegorico nel maggio portatore di vita. La formalizzazione del mese di maggio come mese dedicato alla Madonna è dovuta però al gesuita Dionisi. Nel 1725 pubblicò uno scritto suggerendo di compiere pratiche devozionali davanti a un altarino della Madonna, con preghiere, fioretti  e con l’offerta, alla fine del mese, del proprio cuore alla Madre di Dio. Direi che non si possa fare un auspicio e un augurio migliore ad una madre. Offrirle il nostro cuore.

Quando amate non dovreste dire: «Ho Dio nel cuore», ma piuttosto, «Io sono nel cuore di Dio». E non crediate di guidare l’amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.

Con le parole di Gibran faccio gli auguri alla mia mamma e buona festa della mamma a tutti!