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Lavoro, la battaglia per la sicurezza è una battaglia per la vita

di Maurizio Petricciolismall>Segretario generale Cisl ToscanaLa sequenza di infortuni e di incidenti mortali sul lavoro che continua a colpire la Toscana del lavoro ci interroga drammaticamente. Ci interroga sulla qualità del nostro sviluppo, su un mercato del lavoro portato all’estremo, sulla precarizzazione e frammentazione del lavoro, sui ritmi esasperati; ci interroga sul valore che attribuiamo alla vita delle persone e alla dignità del loro lavoro.I dati ufficiali del primo bimestre 2006 parlano di un incremento degli infortuni per industria, commercio e servizi: 10.108 contro i 9.806 dello scorso anno.

Le statistiche Inail indicano una tendenza negli ultimi anni alla diminuzione degli infortuni, ma basta confrontare i numeri assoluti con le ore lavorate, calate decisamente durante la crisi dell’ultimo quadriennio, per scoprire che gli infortuni sono in realtà aumentati. A questo vanno aggiunti gli incidenti non denunciati, perché riguardano lavoratori al nero, e quelli «camuffati» da malattia. E poi ci sono i morti: già 37 nei primi sei mesi del 2006, quando anche uno solo sarebbe inaccettabile. Per questo dobbiamo ritrovare coesione anche sul terreno della legalità, che è diminuita. Se ci sono oltre 150 mila lavoratori a nero stimati, se i controlli, quando vengono fatti, scoprono violazioni a raffica, vuol dire che c’è un problema di legalità.

Un anno fa, di fronte al drammatico ripetersi di morti sul lavoro, le segreterie sindacali regionali proclamarono uno sciopero generale, presentando nel contempo una piattaforma sulla sicurezza, che chiamava tutti alle proprie responsabilità: imprese pubbliche e private, istituzioni regionali e locali. Ad un anno da quello sciopero poco è stato fatto.

Solo pochi giorni fa si è svolta un’assemblea regionale degli RLS, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, in cui i lavoratori hanno ribadito di sentirsi soli a preoccuparsi per la sicurezza. Anche noi sindacati ci sentiamo soli quando parliamo con le imprese e le istituzioni di questi problemi, nonostante tutti gli impegni e le belle parole. Siamo soli ad esempio a chiedere una legge regionale sugli appalti e la sicurezza che tuteli i lavoratori di fronte alle inadempienze dei datori di lavoro. Una legge che regoli appalti, subappalti e affidamenti sia nei settori pubblici che privati, evitando il criterio del massimo ribasso, prevedendo il rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro, introducendo un sistema di revoca dell’affidamento in caso di mancato rispetto delle norme, verificando periodicamente con sanzioni adeguate.

Per questo da quell’assemblea è uscita la richiesta di un’accelerazione per la risoluzione della vertenza, che impegna il sindacato a realizzare una grande mobilitazione per la legalità, contro il lavoro nero e per vincere la battaglia contro l’evasione fiscale e contributiva. Servono risposte dalle imprese e dalle istituzioni, senza le quali in autunno diverrà inevitabile un nuovo sciopero generale.La Cisl, da sempre, si misura con lo sviluppo e non indulge alla mistica del conflitto. Ma crede che lo sviluppo debba avvenire attorno alla persona, che ne è protagonista e beneficiaria e non può mai divenire un mezzo, uno strumento sacrificabile, per realizzare quello sviluppo.

Incidenti sul lavoro, quattro morti al giorno