Opinioni & Commenti

Le scommesse di Colonia

di Umberto FolenaScommettiamo? Ci saranno tutti, alla Gmg di Colonia, allegramente mescolati per far arrovellare i sociologi e mandare in confusione i commentatori supponenti, quelli buoni solo ad applicare schemini ideologici frusti e stantii. Tutti ma proprio tutti: chi insegue un sogno e chi fugge da un incubo, chi s’accoda pigramente al gruppo e chi il gruppo lo trascina, quelli con le idee chiare e quelli che le idee le hanno confuse, chi crede fortemente in Gesù Cristo e chi va cercandolo, chi con Lui lotta e chi tra le Sue braccia s’accoccola. I credenti bollenti e quelli tiepidi. I giovani delle Gmg sono così e non ci possiamo far niente, sarebbe comodo afferrarli tutti insieme e stringerli in un pugno e dire: ecco chi siete, come siete. Invece ci costringono a una fatica boia, perché bisogna afferrarli uno per uno con infinita pazienza e la disponibilità a lasciarci stupire. Non una massa, ma tutti diversi (ma uniti) e per questo capaci di stupirci.

Ci saranno tutti, gli orfani di papa (papà?) Wojtyla. Sarà la prima Giornata senza chi la Giornata la volle, fortissimamente volle, sorridente con benevolenza dei sorrisi altrui, di chi vent’anni fa mormorava: «Un’altra pensata di Sua Santità, i giovani, questa poi, tanto si sa che li smuovono solo le rock star, forse. D’altra parte il Papa è lui, lasciamolo fare, gli passerà». Altro che passerà. Lui non c’è più, quaggiù. Ma la Gmg c’è ancora. Orfani… Vogliamo scommettere che tra pochi giorni gli orfani avranno un altro padre? Scommettiamo che papa Ratzinger vincerà la sua scommessa facendo quello che i giovani gli chiedono, non «imitare» papa Wojtyla, ma essere fino in fondo se stesso?

Vai con le scommesse. Anche quelle amarognole. Scommettiamo che rileggeremo le stesse «analisi» – si fa per dire – delle Giornate di Parigi, di Roma, di Toronto? Di chi, seduto con la puzzetta sotto il naso al computer del proprio studio mansardato nel centro di Roma o di Milano, prima si domanderà da dove sbuchino tutti questi giovani, per concludere che tanto non fanno quel che vien loro raccomandato e quindi la Chiesa non s’illuda, su di loro – sui loro corpi, sulle loro anime – la Chiesa non ha potere alcuno. Quale strabiliante miopia… C’è gente che non sa ragionare se non in termini di potere ed egemonia. Non riesce a ipotizzare, per suoi limiti oggettivi, che tra un padre e un figlio – tra la Chiesa e i giovani – possa esserci una relazione d’amore, estranea al potere e all’egemonia, in cui non si pretende e non si giudica, ma ci si guarda negli occhi e ci si vuol bene, soprattutto e innanzitutto.

Scommettiamo. Ma sì, scommettiamo che all’inizio un po’ di malinconia ci sarà, senza Wojtyla. E sì, scommettiamo che alla fine sarà la solita festa. Perché aver paura e diffidare di tanti giovani che fanno festa nel nome di Cristo, e in un mondo senza centro e senza valori solidi li vanno a cercare, a testimoniare alla Gmg? Rallegriamoci con loro, facciamo il tifo con loro. E invidiamoli. Non abbiamo più l’età, ma se l’avessimo… Scommettiamo che saremmo lì pure noi?

I giovani e l’amore