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«Letterappenninica», un successo che conforta

30 incontri, oltre 1.200 persone che hanno partecipato, più di 700 «mi piace» su Facebook, oltre 800 contatti sul sito web nei tre giorni di svolgimento, un «diario di viaggio» in corso di realizzazione: il tutto con un budget («decisamente francescano» scherza lo scrittore Federico Pagliai) che a conti fatti si è limitato, con tre soli sponsor, a 2.000 euro costringendo gli organizzatori a «veri e propri salti mortali» e obbligandoli adesso, a manifestazione conclusa, in «un ringraziamento davvero non formale davanti ai tanti ospiti che, per stare con noi sulla Montagna Pistoiese, si sono pagati da soli il viaggio e hanno rinunciato a ogni compenso, con ospitalità quasi sempre offerta dagli operatori locali».

È questo il consuntivo di «Letterappenninica» la tre giorni di rassegna culturale per «promuovere scrittura, lettura, poesia e conoscenza della montagna appenninica e delle sue genti come luogo del buon vivere» che ha animato boschi e palazzi, crinali e piazze fra Cutigliano e Abetone, San Marcello e Piteglio oltre che varie frazioni di Sambuca fra venerdì e domenica scorsi.

Quattro prosegue Pagliai – gli eventi clou: l’intervista a Mauro Corona, l’esibizione di Dario Cecchini macellaio-filosofo, il premio giornalistico «Paolo Bellucci», il confronto sulla enciclica «verde» di papa Francesco con il vaticanista Raffaele Luise, il vescovo Fausto Tardelli e il presidente di Grenaccord (associazione che a novembre porterà in Italia alcuni fra i più importanti studiosi sui cambiamenti climatici) Alfonso Cauteruccio.

Cinque le frontiere in cui si è articolata la prima edizione della rassegna: il romanzo storico, la giallistica, la narrativa delle terre alte, la montagna come occasione per nuovi stili di vita, la buona cucina e il cibo.

«Già nei giorni prossimi – sottolinea Pagliai – ci ritroveremo per una prima analisi di questa che abbiamo definito «edizione di anno zero e a costo zero» anche per prendere spunti rispetto alla edizione 2016. Ma ci pare di poter dire che le luci superano le ombre e che qualcosa di bello è nato proprio anche grazie alla collaborazione fra istituzioni pubbliche (tutti i Comuni della Montagna Pistoiese e il locale Istituto Omnicomprensivo) e le davvero tante fra associazioni, proloco, contrade, gruppi di volontariato che hanno dato una mano perché tutto procedesse bene. Un grazie particolare ai tre sponsor che ci hanno aiutato: Fondazione Giorgio Tesi, Unicoop Montagna Pistoiese, Bcc Vignole e Montagna Pistoiese. Ora che tutti hanno potuto vedere le potenzialità di una rassegna capace di coniugare qualità e semplicità, sarà importante trovare per le edizioni successive risorse adeguate in modo da migliorare alcuni aspetti, fra cui la comunicazione e l’accoglienza, quest’anno risultate inevitabilmente deboli».

L’ambizione di «Letterappenninica» è quella non solo di sfondare sul versante modenese (contatti, ad esempio, sono già iniziati con Fiumalbo) ma anche di ospitare, in una sezione apposita, storie, personaggi, voci, atmosfere provenienti dalle varie denominazioni che, dalla Liguria alla Calabria, assumono i 1.200 km di questo sistema montuoso. «Non a caso – aggiunge Pagliai – il nostro simbolo è l’aquila, creatura che non conosce confini perché, come ci piace ricordare, i confini li fissano gli uomini».

Di sicuro c’é la volontà di riproporre il premio giornalistico «Paolo Bellucci», quest’anno assegnato al giornalista Rai, coordinatore della rubrica nazionale «Bellitalia», Marco Hagge continuando a premiare giornalisti specializzati nel raccontare non solo i palazzi ma anche certe periferie del Paese, fra cui le aree interne e montane. Gli organizzatori sono rimasti poi galvanizzati dall’attenzione che il neo presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani ha voluto riservare, anche con la sua presenza fisica nella piazza di Spignana, molto affollata, alla storia di Lisa De’ Lapi. «Spero proprio che torneremo a sentire parlare presto di questa sfortunata eroina», conclude Pagliai sottolineando il primo «valore aggiunto» della rassegna: «il non limitarsi al piagnisteo sterile e alla polemica fine a sé stessa, la capacità di fare rete, la voglia di battere sentieri nuovi per contrastare abbandono e spopolamento della nostra montagna».Dopo l’anno zero a costo zero, la volontà di proseguire.