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Omosessualità, il dibattito è internazionale

Divampa la polemica su alcune dichiarazioni rilasciate da mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, in merito all’intenzione della Francia, presidente di turno dell’Unione europea, di presentare all’Onu, a nome dell’Ue, un progetto di depenalizzazione dell’omosessualità. In un’intervista all’agenzia francese “I media”, citando il Catechismo della Chiesa cattolica, mons. Migliore ha affermato che occorre evitare “ogni marchio di ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali”, ma ha messo in guardia dai possibili rischi di altre discriminazioni che una “dichiarazione di valore politico” potrebbe comportare, come “la gogna” per gli Stati che non volessero riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Di seguito la riflessione del teologo moralista Marco Doldi.

Che nessuno debba essere perseguitato per la sua condizione omosessuale è una cosa giusta, se si considera che in alcuni Paesi islamici esiste la pena di morte per questa. Considerarla come uno status privilegiato, accanto o sopra il matrimonio è un’altra cosa, che non può andare bene.

Questa linea può aver mosso la Santa Sede a mostrarsi contraria al progetto francese di spingere l’Onu ad intervenire perché in tutto il mondo l’omosessualità sia depenalizzata. E con la S. Sede anche altri 50 Paesi membri delle Nazioni Unite.

Il timore è che le giuste non discriminazioni nei confronti degli omosessuali conducano presto ad altre discriminazioni nei confronti, ad esempio, del matrimonio.

Padre Lombardi, portavoce della Sala Stampa, ha dichiarato che nessuno vuole, evidentemente, difendere la pena di morte per i gay. Tuttavia, si teme che questa decisione rientri in una strategia ben più ampia, destinata a convincere l’opinione pubblica dell’assoluta normalità della relazione omosessuale e della eccezionalità del matrimonio.

Probabilmente se venisse affermato che nessuno deve essere discriminato – e quindi neanche perseguitato – a motivo della sua condizione sessuale, sarebbe molto meglio. Invece, mons. Celestino Migliore, Osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha osservato che, a seguito del proposta francese, “gli Stati che non riconoscono l’unione tra le persone dello stesso sesso come un matrimonio, verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”.

C’è, poi, un altro aspetto di questi giorni molto inquietante: alcune organizzazioni abortiste hanno presentato un progetto per inserire l’interruzione di gravidanza, addirittura, tra i diritti universali dell’uomo. Opportunamente dura, la reazione di mons. Migliore: “questa è la barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società”.

Ed è vero, dal momento che uccidere un essere umano nella fase iniziale del suo sviluppo è un crimine, che solo una barbarie può trasformare in diritto.

MARCO DOLDI