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Quando la castità diventa una scelta rivoluzionaria

di Giuseppe SavagnoneL’invito, rivolto dal Papa ai giovani in occasione del centenario della morte di santa Maria Goretti, di custodire la castità, ha quasi destato sorpresa nei grandi mezzi di comunicazione, che gli hanno dedicato ampio spazio. A forza di non parlarne, la castità sembrava cancellata dal vocabolario della nostra società, tutta intenta a celebrare l’erotismo nelle sue più varie sfumature (etero, omo, sado-maso, etc. ). Le parole di Giovanni Paolo II ci ricordano che le mode culturali possono far apparire normale e pienamente umano ciò che non lo è, ma non sono in grado di cancellare la verità delle cose e, meno che mai, quella dell’essere umano.

Oggi i peccati contro la «purezza» – un tempo ossessivamente assunti a emblema della trasgressione morale – sembrano avere perduto qualsiasi rilevanza, anche agli occhi di molti che pure si definiscono credenti. Nessun dubbio che l’insistenza unilaterale del passato su questo tema fosse fuorviante; ma è così sicuro che il silenzio pressoché totale che le è subentrato lo sia di meno?

Opportunamente il Papa ha sottolineato che non è in gioco la pura e semplice dimensione fisica. L’essere umano è una unità inscindibile di materia e di spirito. Perciò, nel messaggio, si parla di «purezza del cuore e del corpo» e si sottolinea che il suo significato più profondo non consiste, come spesso si crede, in una semplice astensione dai rapporti sessuali, ma nella custodia della capacità di amare. Solo chi non dilapida le proprie risorse di sensibilità, di sana istintività, alla ricerca di un appagamento fugace, può donarsi veramente ad altri.

E non è un caso che nel tempo della pretesa liberazione da tutti i tabù sessuali, si registri ovunque un aumento della solitudine, dell’egoismo, della conflittualità. Il richiamo alla castità non è, dunque, rifiuto del sesso, ma invito a integrarlo in un più profondo dinamismo personale, che comporta pacata riflessione, sereno dominio di sé, rispetto per l’altro. Solo a queste condizioni si può evitare che la sessualità resti preda di anonimi meccanismi massificanti, che ne distruggono il valore umano.

Perché ciò non accada, è indispensabile riscoprire degli spazi da dedicare a se stessi. La banalizzazione del sesso non è che una manifestazione della dispersione e della superficialità a cui i ritmi frenetici della società contemporanea ci condannano. Giovanni Paolo II ha indicato nelle vacanze estive, in cui questi ritmi possono essere rallentati, «un’occasione propizia per ridare respiro alla vita interiore» e «per crescere spiritualmente». Siamo lontanissimi da qualunque forma di moralismo. Come lo stupore della stampa ha dimostrato, la castità oggi è un atteggiamento anticonformista, perfino rivoluzionario. Perché per essere casti bisogna essere veramente liberi.

L’Angelus del Papa