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Quasi niente è a misura di bambino

di Umberto FolenaLa prima lettera indirizzata a un bambino appena nato è del Ministero delle Finanze e contiene il codice fiscale della creatura. La sollecitudine dello Stato nei confronti del futuro contribuente è ammirevole. Ma da domani la prima lettera, entro 40 giorni dalla nascita, arriverà dal Ministero del welfare. A essere pignoli non sarà indirizzata al bimbo ma alla sua mamma, naturale o adottiva, purché italiana e partoriente, almeno per la seconda volta, sul suolo patrio. Conterrà un assegno da mille euro. Esentasse. L’iniziativa riguarderà i nati entro il 31 dicembre 2004. Il ministro Maroni afferma che, se avrà successo, sarà ripetuta ed eventualmente resa permanente.

Che cosa significhi «successo» non è chiaro: boom delle nascite? In tal caso sbrighiamoci, cari genitori, abbiamo appena tre mesi di tempo per riprodurci entro il 2004, non perdiamoci in chiacchiere e applichiamoci. Con cuore grato. La buona volontà del governo è palese. Mille euro con quel che oggi costano i figli non sono da buttar via. Immaginiamo il sollievo di certe famigliole con doppia casa, tripla auto, due stipendi grassi, rendite e servitù: ne avevano davvero bisogno. E l’esultanza della coppia in bilocale con utilitaria, due stipendi magri, affitto o mutuo sul groppone: mille euro ti cambiano la vita. Sì, mille euro a tutti, a prescindere dal reddito; parti uguali tra disuguali. Ciò nulla toglie alla nostra gratitudine. Lo sforzo è palese. Poi però la famiglia numero due, investiti i mille euro in pappe e pannolini, si guarda attorno e vede quel che c’è da vedere. Il solito spettacolo di sempre. Asili nido poco o niente, nonni ancora meno e quelli che ci sono non godono di bonus, né per la scodella di zuppa né per l’autobus. Il pediatra dell’Asl non ti viene mai a casa e devi portare tu il pargoletto col febbrone nello studio, e se ti si stringe il cuore (e ti si stringe) no problem, c’è il pediatra privato a 60 euro. Se vai a spasso con il pupo ti accorgi che le nostre città sono a misura di automobilista e commerciante, ossia di chi produce, e mai, proprio mai a misura di mamme, bambini e nonni, ossia di chi consuma. Con la carrozzina non passi per via delle auto sul marciapiede; per attraversare sei tu che devi scendere e risalire e non le auto, chissà perché; ai giardini ci vanno tutti, dagli spacciatori ai proprietari di pastori maremmani, tranne mamme e bambini.

Ma non basta. Il part-time, che sarebbe un toccasana sociale per le mamme con bambini, è visto dalle aziende come il fumo negli occhi; da noi, perché in certi paesi europei riguarda un contratto su due. La donna che per qualche tempo si dedica a tempo pieno ai figli è considerata poco volitiva e affidabile, le aziende prediligono le assatanate che addentano la carriera e non la mollano, stile pitbull. E il congedo per i papà è guardato con ironia.

I bambini non sono previsti, semplicemente. I mille euro ci farebbero anche bene, se all’interno di un piano strutturale volto a un cambiamento di mentalità, a una cultura nuova. Il bonus va da una parte, la società continua ad andare dall’altra, e i bambini continueranno a non andare da nessuna parte. Resteranno dei desideri. Oh sì, lo vorremmo fare il secondo. Ma che si fa, signor Ministro, soppalchiamo il bagno?

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