Opinioni & Commenti

Quei gemelli con due padri, ma senza madre

Si tratta di una coppia omosessuale di Poggio a Caiano, «sposata» negli Stati Uniti dove ha seguito anche tutte le procedure per poi ottenere, una volta tornata in Italia, il riconoscimento della paternità biologica da parte di uno dei due. Il tutto grazie anche a una donna americana che si è resa disponibile a quella che loro chiamano una «gestazione di sostegno», ma che con termini più crudi, sicuramente più realistici, viene definita «utero in affitto». La coppia, che si dichiara cattolica, ha manifestato l’intenzione di far battezzare i bambini da don Alessandro Santoro.

Lasciando da parte la questione dei «matrimoni» gay e del sistema di aggirare la legge italiana attraverso compiacenti e costose strutture all’estero, il nostro unico pensiero, in questo momento, va ai due piccoli: quale torto hanno loro per non aver diritto a una mamma? Perché non si capisce che qui c’è di mezzo la natura che ha stabilito che una creatura si formi nel grembo di una donna in seguito all’atto d’amore con un uomo, sia allattata e cresca al seno di una madre? Qui i diritti civili non c’entrano un bel niente, c’entra il fondamento stesso del vivere, che non può essere stravolto dalla voglia (che non è un diritto) di diventare «genitori» a tutti i costi, producendosi un figlio, come un qualsiasi altro oggetto del desiderio, ricorrendo per di più al prestito del corpo di una donna che si offre, probabilmente per necessità, a fare da supporto tecnico.

L’impressione è che ancora una volta, questa vicenda, con il procurato rilievo mediatico, compreso l’annuncio di don Santoro, rappresenti l’ennesimo grimaldello ideologico per scardinare gli ultimi principi etici, ma ancor prima naturali, e chi ancora con tenacia e ragione tenta di difenderli.

A.F.