Opinioni & Commenti

Sicurezza, un decreto che avrà effetti altalenanti

Sicurezza urbana. Il decreto stabilisce le modalità di ricognizione delle situazioni di occupazione e i piani provinciali per le esecuzioni dei provvedimenti di sgombero, a cui devono prendere parte i membri delle forze dell’ordine. Per il 2018 è previsto lo stanziamento di 16 milioni diretti alla polizia di Stato e ai vigili del fuoco, cifra che raggiungerà i 50 milioni per gli anni successivi al 2019. Inoltre, saranno inasprite le sanzioni contro coloro che promuovono o organizzano l’invasione di terreni o edifici e sarà incentivato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche per coloro che commettono questo reato. Tra i provvedimenti, anche la sperimentazione dei taser da parte della polizia municipale nei comuni con più di 100mila abitanti.

Daspo. I daspo, cioè i divieti di accedere a manifestazioni sportive, saranno estesi anche a chi è indiziato per reati connessi al terrorismo. Il cosiddetto «daspo urbano», introdotto dal decreto Minniti sulla sicurezza nel 2017, si potrà applicare anche nei presidi sanitari, in aree in cui si stanno svolgendo fiere, mercati e spettacoli pubblici. Infine il blocco stradale tornerà a essere un reato invece che una violazione amministrativa.

Braccialetto elettronico. L’articolo 17 del decreto estende le ipotesi di reato che consentono al giudice di adottare il provvedimento di allontanamento dalla casa di famiglia e prevede inoltre l’uso del braccialetto elettronico anche per imputati dei reati di maltrattamento domestico e stalking.

Lotta al terrorismo – La parte del decreto relativa al contrasto al terrorismo prevede che per noleggiare tir o furgoni sia obbligatorio comunicare anticipatamente al Centro elaborazione i propri dati identificativi, che verranno analizzati. Nel caso in cui dovessero emergere delle situazioni di potenziale pericolo, le forze dell’ordine riceveranno una segnalazione. Salvini propone la creazione di un Daspo per chi è sospettato di preparare un attentato oppure di essere affiliato a un’organizzazione terroristica.

Lotta alla Mafia. L’ultima parte del decreto contiene disposizioni sul contrasto alla criminalità organizzata e alla gestione dei beni confiscati alla mafia. È rafforzato lo scambio di informazioni tra le diverse amministrazioni interessate al fenomeno della criminalità organizzata. I subappalti sono sanzionati con la reclusione da uno a cinque anni, l’apertura dei cantieri dovrà essere comunicata al prefetto per i controlli antimafia, sarà rafforzato lo scambio di informazioni tra i diversi organi di polizia, la possibilità di nominare commissari antimafia nei comuni in cui sono emerse irregolarità, riorganizzazione dell’agenzia che si occupa della gestione dei beni confiscati dalla mafia.

Molte norme del decreto immigrazione, secondo il ministro, avranno effetto anche sul piano della sicurezza, partendo dal presupposto, non del tutto infondato, che molti reati sono commessi da migranti. Mentre nutro qualche dubbio che tutte le norme introdotte nel decreto sicurezza avranno un’efficacia rilevante.

Alcune previsioni del nuovo decreto possono essere valide per combattere meglio la criminalità organizzata e le mafie, ma non saranno utili per debellare quella criminalità diffusa che colpisce in particolare i cittadini. Più incisive invece potranno essere le norme relative alla sicurezza urbana e all’estensione dei daspo, che consentiranno anche alle autorità locali d’intervenire per l’occupazione abusiva di edifici, di applicare in modo più efficace e più esteso il daspo urbano, nonché l’articolo che prevede una sanzione penale, e non amministrativa, per il blocco stradale, che spesso vediamo attuato nelle nostre città da centri sociali o associazioni che predicano e attuano in tal modo la contestazione contro le autorità e il potere costituito.

Dunque il nuovo decreto può fornire un apporto positivo, ma ridotto e non decisivo, per il semplice fatto che, come denunciato anche dal sindaco di Firenze Nardella, è inutile potenziare i poteri delle Forze dell’ordine quando i responsabili di reati, una volta arrestati, escono quasi subito di galera o non c’entrano neppure, grazie alla nostra legislazione buonista e alla sua applicazione molto generosa da parte della magistratura.

La mancata funzione deterrente della pena è un fattore decisivo che spinge non solo molti delinquenti di altri paesi a trovare comoda accoglienza in Italia, ma anche molti gruppi e associazioni a protestare e manifestare in modo violento, ad occupare edifici e strade, a sconvolgere il regolare corso della vita di molte città, tanto non rischiano quasi nulla, come si constata giornalmente in ogni parte d’Italia. È proprio questo il problema fondamentale che la politica deve risolvere e che nessuno, da destra o da sinistra, è ancora riuscito a risolvere.